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Benedetto XVI a San Marino: la lettera di un gruppo di laici cattolici al Papa

da Redazione

A Sua Santità Benedetto XVI

Prima di tutto vorremmo esprimere l’enorme gratitudine a Dio ed a Sua Santità dell’immenso dono che ci ha fatto con la sua gentile disponibilità a mettere nei suoi molteplici impegni, la visita alla nostra Diocesi ed al nostro Paese, la Repubblica di San Marino.

Siamo un gruppo di laici cattolici sammarinesi che hanno incontrato il cristianesimo come linfa vitale per la propria vita, appartenenti a diverse realtà ecclesiali, sociali e culturali che operano a San Marino, fedeli alla Chiesa cattolica ed al suo Pontefice Vicario di Cristo, fieri di essere eredi spirituali e materiali del Fondatore della nostra Communitas, il Santo Marino d’Arbe. Egli ci ha lasciato in eredità questa terra e la libertà, quale dono ricevuto da Dio, che nessuna autorità può toglierci.

Nella storia millenaria (1710 anni) il popolo di questa Repubblica ha dovuto difendere la propria indipendenza nei confronti dei potenti vicini, attraverso la sapiente opera degli uomini ma soprattutto affidandosi all’aiuto di Dio e invocando nei momenti più difficili San Marino, S. Agata, S. Quirino e la Vergine Maria della Misericordia, mettendo il nostro Paese sotto la loro potente protezione e godendo dei frutti concreti della loro intercessione.

Ci permettiamo rivolgere a Sua Santità un accorato appello chiedendo il suo aiuto in questo momento particolarmente difficile per il nostro amato Paese, in cui le ombre sul suo futuro sembrano prevalere.

San Marino ha avuto per secoli un’economia di sussistenza, a prevalenza agricola, fino agli anni settanta del secolo passato, in cui numerosi sammarinesi hanno dovuto scegliere la via dell’emigrazione per vivere dignitosamente (attualmente oltre 20 mila sammarinesi vivono in diversi paesi: Italia, Stati Uniti, Francia, Argentina, ecc. mantenendo tuttavia un forte legame con il paese d’origine). Negli anni ottanta per una serie di possibilità offerte dall’interscambio tra paesi ed a facilitazioni fiscali, San Marino ha avuto un notevole e confuso sviluppo economico che ha visto un netto miglioramento del tenore di vita locale attirando anche lavoratori dalla vicina Italia (oltre settemila frontalieri su una popolazione interna totale di trentamila persone).

Questo oltre al benessere materiale ha portato, come nel resto dei paesi occidentali, anche ad un affievolimento del riferimento ai valori cristiani – nella vita concreta – che sono stati e sono tuttora l’humus della nostra identità anche civile. Infatti in tutte le più importanti manifestazioni civili sono inseriti momenti di celebrazione liturgica cattolica. Tutt’oggi diversi valori importanti derivanti dalla legge naturale e dalla tradizione cattolica sono riconosciuti anche a livello legislativo (es. difesa della vita con il divieto all’aborto), mentre per altri si è seguito l’influsso di relativizzazione

che ha invaso l’Europa (es. introduzione del divorzio). Un altro aspetto non positivo che è maturato è stato pure l’invadenza da parte dello Stato in tutti gli ambiti della vita sociale (es. nel campo dell’istruzione esiste solo la scuola statale), portando così anche una crescente deresponsabilizzazione delle persone. Questo in parte controbilanciato con la diffusione di un notevole movimento associazionismo che opera in diversi ambiti del mondo del volontariato.

In questi ultimi anni, a causa della crisi mondiale che ha colpito l’economia, alle nuove disposizioni internazionali (maggior controllo dei flussi finanziari, ecc.) e alla necessità da parte dell’Italia di limitare i flussi economici verso l’estero, si è messo in crisi la parte preponderante del sistema economico di San Marino. In parte dovuto da pratiche improprie e disoneste da parte di alcuni al fine di un facile arricchimento, ma così causando l’incrinatura dei rapporti fiduciari con il paese limitrofo, l’Italia.

A questo si è sommato, in questi ultimi tre anni, una estrema rigidità da parte di alcuni elementi del Governo italiano (in particolare il ministro dell’economia), che ha messo a rischio l’indipendenza stessa del nostro Paese (attraverso un embargo di fatto). In questa fase constatiamo una chiusura da parte italiana che non permette di poter intavolare un confronto serio e costruttivo per delineare congiuntamente un cammino virtuoso di impostazione di nuove modalità nel rapporto tra i due Stati, a partire dal reciproco riconoscimento della loro indipendenza.

La società sammarinese nel suo complesso, dalla politica all’economia, ha riconosciuto la necessità di un superamento dell’impostazione passata, apportando importanti modifiche legislative e sviluppando la volontà di ricercare delle soluzioni in maniera condivisa con l’Italia.

In questo particolare momento storico ci accorgiamo che, se in tempi brevi non si arriverà ad un accordo, si metterà a grave rischio l’esistenza stessa di San Marino che consentano di indicare prospettive sulle quali poter fondare la vita economica del Paese.

Santità, ci permettiamo di rivolgerLe una gentile richiesta affinché un Suo intervento, nei modi che riterrà più opportuni, aiuti ad avviare un dialogo tra questi due paesi che fondano la loro esistenza sui valori portati dal Vangelo, a partire dalla volontà di superare le difficoltà odierne per trovare una strada per la convivenza pacifica e proficua per i due popoli amici che hanno pari dignità di Stato, dignità non legata alla grandezza del territorio. Come saprà San Marino partecipa a numerosi consessi internazionali: ONU, Consiglio d’Europa, ecc., dove vi è stata anche un lavoro proficuo con la delegazione vaticana, specialmente nei diritti che Ella ha magnificamente espresso come “non negoziabili”.

La storia della Rivelazione ci insegna che i momenti di difficoltà umana sono prove permesse da Dio, sia nella vita della persona che in quella del popolo, per condurci a fare un passo deciso verso una vita più vera e per questo più umana anche se i nostri

occhi ed il nostro cuore fanno fatica a vederlo. Nel nostro caso può voler dire recuperare nella vita personale un maggiore credito dato alla proposta cristiana e nella vita pubblica rifondare lo stretto legame coi principi di sussidiarietà e solidarietà all’insegna della Dottrina Sociale Cattolica (ad esempio: poter rivedere il monopolio statale nel settore dell’insegnamento, in quanto da decenni, con l’assorbimento degli asili retti dalle Maestre Pie, tutte le scuole sono diventate statali; così come la perdita della presenza di religiose nell’ospedale che è diventato di Stato). Può essere l’occasione come popolo di riprendere un cammino virtuoso che recuperi la nostra vera identità ricevuta in eredità da San Marino, staccandoci dalla mentalità consumistica che si è radicata tra noi, così potremo essere un segno per tutto il mondo di una civiltà più umana, costruendo la vera civiltà dell’amore (compito dei cristiani come richiamato dal Beato Giovanni Paolo II).

Un frutto della sua Visita c’è già ed è questa piccola aggregazione di cristiani che incoraggiata dal grande dono che ci ha fatto ha ricominciato ad interrogarsi su come la fede comune può portare un contributo fattivo all’intera società. L’impegno che possiamo prenderci è quello di proporre alla chiesa locale a partire da S.E. Mons. Luigi Negri di pregare quotidianamente per Sua Santità. Questo impegno intendiamo metterlo sotto la protezione dei Santi Patroni della Repubblica di San Marino e Sant’Agata, del Beato Giovanni Paolo II, del Beato Padre Rupert Mayer e del sammarinese padre Bernardo Stacchini O.F.M. (di cui ricorre il centenario della nascita, costui spinto dalla fede in Gesù Cristo ha speso la sua vita per la missione e l’amore per i popoli cinese e giapponese, subendo anche il carcere duro per la fede). Figure dei nostri secoli che sono la guida per coloro che vogliono servire la propria nazione mettendo al primo posto la Verità.

In fervida attesa della Sua venuta a San Marino ci affidiamo alle sue preghiere per ciascuno di noi e per tutto il popolo sammarinese.

Un gruppo di laici cattolici sammarinesi

c.s.

 

 

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