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Rimini, quante gatte da pelare per il neosindaco Andrea Gnassi

da Redazione

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Vasco Errani davanti insieme a Maurizio Melucci, dietro da solo Stefano Vitali, a un metro con le mani dietro la schiena Lorenzo Cagnoni. Le facce tirate, senza sorrisi, quasi buie, come se invece di vincere avessero perso.

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di Saverio Mercadante

 

Vasco Errani davanti insieme a Maurizio Melucci, dietro da solo Stefano Vitali, a un metro con le mani dietro la schiena Lorenzo Cagnoni. Le facce tirate, senza sorrisi, quasi buie, come se invece di vincere avessero perso. Il Governatore della regione Emilia-Romagna, l’assessore regionale al turismo, quello che tutti hanno considerato durante la giunta Ravaioli il vero sindaco ombra di Rimini, il Presidente della provincia, ex portavoce della potente Papa Giovanni XXIII, il dominus del polo fieristico e congressuale riminese, Lorenzo il Magnifico, attraversavano lentamente Piazza Tre Martiri dopo la vittoria di Andrea Gnassi impersonificando sino in fondo tutto il potere economico, sociale, politico, cittadino e regionale che c’era dietro la vittoria del candidato del centro sinistra. Più in là, accanto alla Fontana della Pigna, il deputato riminese Elisa Marchioni, si gustava tranquilla una coppa di gelato chiacchierando, quieta, quasi in surplace. Gioenzo Renzi, il candidato del centrodestra poco prima aveva parlato non a caso di vittoria del consociativismo. Non l’ha presa bene la sconfitta e nemmeno sua figlia. Stava infatti rilasciando le prime dichiarazioni quando il suo avversario vincitore  si è avvicinato per una stretta di mano. La figlia di Gioenzo Renzi non ha gradito il fair play del nuovo sindaco di Rimini. Piangendo ha cominciato a insultare Andrea Gnassi con dei sonori “vai a lavorare” e “vergognati”. Anche l’entourage di Renzi  ha mostrato un qualche nervosismo: ha cercato di impedire ai fotografi di riprendere la scena. Renzi e famiglia avevano un altro motivo per essere nervosi: durante lo scrutinio c’era stato un iniziale vantaggio del candidato di centrodestra che aveva creato molte aspettative. Poi  ha messo la freccia il neo eletto sindaco che ha vinto con il 53,46% di preferenze contro il 46,53% di Renzi. Affluenza elettorale in calo in tutta la Romagna: Cattolica del 3%, Rimini del 6,8% e Cesenatico del 12%. A Cattolica s’impone anche lì il candidato del centro sinistra Piero Cecchini con il 56,41% su quello del centro destra, Cono Cimino, che ha preso il 43,59%.A Cesenatico, tirava aria di centrodestra già dal primo turno: si è imposto Roberto Buda che ha sconfitto l’uscente Nivardo Panzavolta con un buon margine di distacco: 52,20% contro il 47,49%.Andrea Gnassi a Rimini troverà molte gatte da pelare. Ma soprattutto ha sulle spalle il rilancio della credibilità di quel blocco cattolico e di sinistra che da sessant’anni governa di fatto la città. Forse, solo l’atteggiamento autolesionistico del centro destra ha permesso ancora di vincere. Mai come stavolta aveva la possibilità di vincere. I mal di pancia dentro e fuori il PD sono molti, vasti, e trasversali. Gnassi ha puntato parecchio su un nuovo rinascimento riminese, sui  modelli emergenti delle green city del nord europa. Molti sperano che abbia almeno la forza di fermare per sempre gli orrori urbanistici, i quartieri dormitorio come il Peep di Viserba.

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