“Abbiamo rivisto al ribasso le stime sulla crescita reale del Pil americano nel periodo aprile-giugno, dal 3% al 2,5%”, scrive Michael Feroli, economista di JPMorgan. Intanto Fiat…
di Saverio Mercadante
Marchionne strilla: “Yes we did it”, e Feroli urla il giorno dopo che le auto sono una palla al piede per l’economia e americana. “Abbiamo rivisto al ribasso le stime sulla crescita reale del Pil americano nel periodo aprile-giugno, dal 3% al 2,5%”, scrive Michael Feroli, economista di JPMorgan, nella nota dal titolo “Il settore dell’auto ridurrà la crescita nel secondo trimestre”. Il fattore cruciale sarebbe proprio un calo della produzione nel comparto automobilistico. Basandosi sui dati raccolti, Feroli ci sarà una contrazione del 20% su base annua, causando un taglio del prodotto interno lordo dello 0,5%. Il 20%, hai capito caro? E tu, Marchionne, ti sei liberato sei anni prima del fardello di 7,6 miliardi di dollari del prestito dei governi USA e canadese. Un’impresa che Obama ha definito “una pietra miliare” e un segnale che l’industria dell’auto americana si sta riprendendo. Ma dove, ma quando? Misteri gloriosi dell’economia tutta prestiti e distintivo. Come quelli della BCE. Der Spiegel, punta il dito contro la situazione drammatica in cui versa l’istituto, dopo gli aiuti ai paesi in crisi dell’Unione Europea, costretti a ricorrere ai piani di salvataggio. Si concentra soprattutto sugli asset-backed securities (strumenti finanziari garantiti da determinati asset) che si trovano nel suo bilancio. C’è una mole enorme di bad loans, crediti inesigibili nel bilancio della Bce. Tra questi crediti anche molti soldi prestati per costruire abitazioni. Insomma, il solito fenomeno della cartolarizzazione dei debiti. “Nessuno sa quanto valgono oggi… e sembra che nessuno voglia saperlo davvero”, scrive Der Spiegel. Il ministro delle finanze greco Papacostantinou, sempre sul tema debito e distintivo, ha dichiarato che se la Grecia non riceverà un quinto pacchetto di aiuti di 12 milioni di euro “saremo costretti a chiudere bottega e dichiarare l’incapacità di pagare i nostri impegni”.