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Cari elettori di Sparta (San Marino) e Atene (Rimini), c’è poco da ridere

da Redazione

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Se Atene piange, Sparta non ride. Se San Marino si trova a fare i conti con una classe politica incapace di trovare soluzioni, gli elettori riminesi in vista del ballottaggio hanno poco da stare allegri. Da Fixing oggi in edicola.

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di Loris Pironi

 

Se Atene piange, Sparta non ride. Se San Marino si trova a fare i conti con una classe politica incapace di trovare una soluzione per uno solo dei mille problemi che l’attanagliano, gli elettori di Rimini di certo non hanno troppi motivi per stare allegri in vista del ballottaggio per l’elezione del sindaco di domenica e lunedì. E questo concetto peraltro lo sottoscrivo da elettore riminese. Renzi o Gnassi, Gnassi o Renzi, questo è il problema. Questo è il problema che, soprattutto, oggi si devono porre i 6.500 lavoratori frontalieri e rispettive famiglie di elettori. Capiamo, ma non giustifichiamo, l’inevitabile fervore elettorale che ha animato i due contendenti nel corso dell’assemblea con i frontalieri dello scorso fine settimana. Non giustifichiamo né vogliamo capire invece il pressapochismo e la mancanza d’informazioni che riguardano il vulnus delle relazioni tra Rimini e San Marino.

Scendiamo nel dettaglio. Come raccontiamo all’interno del numero 21 di San Marino Fixing (da oggi in edicola), se Gioenzo Renzi nel faccia a faccia ha mantenuto una posizione più di basso profilo, verosimilmente per motivi di opportunità politica (il Governo nazionale che non sta approvando la franchigia è quello della sua parte, il Pdl), Andrea Gnassi al contrario si è scagliato senza pietà contro il Governo sammarinese, reo di aver introdotto l’iniqua “tassa razziale” ai danni dei frontalieri. Sull’iniquità del provvedimento siamo perfettamente in linea con Gnassi, per carità, lo sosteniamo da ben prima di lui. Ma sono le soluzioni che ha prospettato a lasciare allibiti. Se sarà eletto, questo almeno è ciò che ha promesso ai frontalieri, tutte le relazioni con San Marino si fermeranno, dalla comune promozione turistica alla gestione dell’aeroporto, tanto per fare esempi concreti. Ma sì, penalizziamo pure il sistema turistico delle due realtà: tanto la Rimini turistica può fare tranquillamente a meno del suo bastione Patrimonio dell’Umanità, gli bastano le spiagge e la Notte Rosa (a proposito, c’è anche San Marino nel programma, se n’è accorto?). Quello che ci stupisce, piuttosto, è che Gnassi dimentica che se l’aeroporto di Rimini ha una qualche valenza, è per quella definizione, “Internazionale”, con tanto di maiuscola, che gli deriva dal rapporto San Marino. Senza il Titano (cosa che peraltro sarebbe impossibile se non per volontà diretta del Governo sammarinese) il Fellini sarebbe più o meno come il Ridolfi di Forlì o qualsiasi altro semplice scalo nazionale. Occorre dunque stare attenti con certe affermazioni. Infine a Renzi e (forse ancora di più) a Gnassi forse è il caso di ricordare infine un dettaglio non trascurabile. L’accanimento non terapeutico nei confronti di San Marino da parte del Ministro Tremonti è infatti provocato dal fatto che nei forzieri sammarinesi si è accumulato, in passato, il nero di tanti cittadini italiani. Bene: c’è qualcuno che ancora fa finta di non sapere che il Giulio Divo ce l’ha con San Marino anche (soprattutto?) per via di tutti quei paperoni riminesi che non versano all’erario quanto dovuto e nel contempo assicurano da sempre il sostegno all’avversata sinistra nell’amministrazione di Provincia e Comune di Rimini?

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