Home FixingFixing Amministrative Rimini, i due litiganti vedono le (cinque) Stelle

Amministrative Rimini, i due litiganti vedono le (cinque) Stelle

da Redazione

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Meglio ferito che morto, dicevano i nostri vecchi. Andrea Gnassi (37,95%) e Gioenzo Renzi (34,78%) a Rimini hanno ben poco da festeggiare quello che può essere registrato come un risultato piuttosto scontato e deludente, per molti aspetti.

 

di Saverio Mercadante

 

Meglio ferito che morto, dicevano i nostri vecchi. Andrea Gnassi (37,95%) e Gioenzo Renzi (34,78%) a Rimini hanno ben poco da festeggiare quello che può essere registrato come un risultato piuttosto scontato e deludente, per molti aspetti. Sono entrambi piuttosto lontani dalla soglia del 50%: dovranno remare con grande energia nel mare agitato delle liste che porteranno i voti per vincere. Andrea Gnassi ha la faccia di chi fino all’ultimo momento ha pensato che poteva andare in modo del tutto diverso, anche se il Partito Democratico è tornato ad essere il primo partito della città. Gioenzo Renzi, se guarda i risultati delle ultime regionali che vedevano il PDL in grande ascesa e primo partito della città, non può essere gran che soddisfatto. Nonostante le divisioni suicide del suo schieramento che certamente lo hanno penalizzato. A Rimini, come a Cesenatico, come a Bologna, una sola cosa è certa: nel cielo brillano luminosissime le cinque stelle dei grillini. Quell’11,76 % è veramente molto, moltissimo, e supera il dato già eclatante dello scorso anno del nove e passa. Il candidato sindaco Luigi Camporesi, porta in dote 7.655 voti. Che fanno almeno due, forse tre, consiglieri. Sembra veramente che tutti gli analisti locali e nazionali, come gli stessi partiti tradizionali, abbiano preso sottogamba il fenomeno dei grillini. Forse è lo stesso errore che a suo tempo venne fatto con la Lega, e prima ancora fece Achille Occhetto nel ’94 alla testa dei Democratici quando parlò di gioiosa macchina da guerra, e poi vene travolto da quel parvenu della politica che si chiamava Silvio Berlusconi. Benino, il Sel di Fabio Pazzaglia con la lista Fare Comune (5%), ma c’erano ben altre aspettative. Deluso senza dubbio, Marco Moretti di Unione di Centro e Rimini 2021 con il 3,52%, e Rimini Più, Antonio Polselli, con il 3,06%. Faranno fatica a prendere un consigliere. Anche i dipietristi pagano lo scotto di una fronda interna che in parte si è riversata tra i grillini e nel Sel. Il Fli dei finiani arranca, sotto il 2%, come nel resto d’Italia. Una di quelle componenti del terzo polo, con i rutelliani e Casini , che è l’altra sorpresa amara nelle altre regioni. Il terzo partito della città, il movimento Cinque Stelle sarà il vero corteggiato speciale per il secondo turno, ma il candidato sindaco Camporesi già si è tirato fuori: “E’ una questione di coerenza, lasceremo i nostri elettori liberi di votare secondo coscienza”. Quindi, voti in libertà, e voti determinanti. Il Sel già ha dichiarato disponibilità ad Andrea Gnassi. Bisognerà però vedere cosa faranno le liste neo centriste dei morettiani e dei cattolici di Polselli con i loro circa quattromila voti che potrebbero essere determinanti uniti a quelli del Fli e de La Destra di Claudio Dau.

 

Emilia-Romagna città per città

 

In Romagna, a Ravenna conferma del centro sinistra sia in comune che in provincia. Cesenatico, a sorpresa al ballottaggio, insieme alla Cattolica commissariata. Novafeltria rimane al centro sinistra; a Pennabilli, il leghista, l’onorevole Gianluca Pini non ce l’ha fatta. Sogliano sul Rubicone a sorpresa al centro destra, come a Gatteo. A Castel del Rio invece vince la lista civica. Mercatino Conca, Bertinoro e Gradara ancora a sinistra.

 

Italia. da Bologna a Milano e Napoli

 

E Silvio le buscò: “A Milano, proprio a casa mia. Non ci posso credere”. Sconfitta personale, voleva almeno 53.000 voti per sé, e ne ha presi meno della metà. Comunali trasformate in un referendum sul suo governo: lo hanno bocciato. E Letizia Moratti in abito Santanché (scorrettezza fondata sulla bugia all’ultimo secondo del dibattito televisivo con Giuliano Pisapia, condannata da tutti a destra e a sinistra) sembra proprio aver sbagliato tutto. E chi se lo aspettava il candidato di Vendola Giuliano Pisapia che aveva vinto le primarie a dispetto del PD, al 48%? Certo siamo solo primo turno, al secondo tutto può succedere, ma sembra che il vento stia cambiando al nord. Con i leghisti a leccarsi le ferite, che urlano: “Il Pdl ci fa perdere”. Piero Fassino, che ha puntato tutto sulla continuità con l’amatissimo Chiamparino, vince facile a Torino. A Bologna, Merola passa di un solo punto mezzo le colonne d’Ercole del 50%, ma il candidato leghista del centro destra è a venti punti. Cevennini, il candidato del Partito Democratico che ha rinunciato alla competizione per problemi di cuore, è ancora superman delle preferenze: da solo fa il sei sette per cento, quanto quelli di Casini. A Napoli quindici anni del ticket Bassolino – Iervolino sotterrano Morchione del Pd e fanno volare l’ex magistrato De Magistris: sarà lo sfidante del candidato del centro destra, Lettieri, al secondo turno. Anche per Di Pietro, ‘sto De Magistris sta diventando un problema.

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