Ancora un’iniziativa parlamentare del PD sui frontalieri italiani a San Marino. I parlamentari romagnoli Elisa Marchioni, Franco Narducci e Massimo Vannucci chiedono al Governo di compiere passi formali a tutela dei lavoratori frontalieri.
SAN MARINO – La “tassa etnica” di San Marino torna al centro dei lavori del Parlamento italiano. I parlamentari del PD Elisa Marchioni, Franco Narducci e Massimo Vannucci hanno infatti depositato alla Camera dei Deputati una risoluzione affinché il Ministro degli Esteri avvii dei passi formali a tutela dei lavoratori italiani a San Marino. Prima di tutto, la convocazione dell’ambasciatore sammarinese.
Certo, non doveva essere questo il mezzo affinché le problematiche dei rapporti tra Italia e San Marino fossero portate all’attenzione del Governo: Tremonti che non vuol sentir parlare del Monte Titano se lo trova di nuovo tra i piedi, su sollecitazione dell’opposizione. E poco importa se il problema della doppia tassazione (che in un’ottica più ampia include anche le conseguenze dell’art. 56 della Finanziaria sammarinese che introduce la “supertassa”) sono un problema di relazioni tra i due Stati.
Aggiungiamo anche il fatto che, attualmente, la franchigia di 8 mila euro che ha permesso in questi anni ai lavoratori frontalieri di limitare i danni, l’Italia l’ha cancellata – temporaneamente, si spera – e che sarebbe quello il vero disastro per i lavoratori italiani che ogni giorno varcano il confine di San Marino perché in Italia non trovano un lavoro adeguato, e il quadro è più completo.
Tornando all’iniziativa di Marchioni, Narducci e Vannucci, aggiungiamo che le dichiarazioni dei tre Parlamentari del Partito Democratico puntano il dito sulla sentenza del Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme “che ha confermato la legittimità dell’art 56 della Finanziaria sammarinese”, come spiega la deputata riminese Elisa Marchioni.
Elisa Marchioni, autrice dell’interpellanza parlamentare che per prima ha “svelato” i motivi della crisi tra i due stati, nei giorni scorsi aveva sollecitato il governo sammarinese, durante un incontro pubblico a Dogana di San Marino, organizzato dalla Centrale Sindacale Unitaria a rivedere le proprie posizioni e a ritirare l’art. 56. “Colpire i lavoratori italiani – aveva spiegato la deputata Pd – significa in qualche modo colpire un territorio che si è sempre sentito a fianco di San Marino, significa colpire chi condivide opportunità come l’aeroporto, o benessere come il sistema turistico, chi condivide risorse e servizi pubblici e sopratutto chi ha chiesto, con forza, che l’Italia torni a dialogare nella reciproca chiarezza con il Titano”. Poi è arrivata la sentenza del Collegio. “La tensione molto alta fra Italia e San Marino è un dato di fatto – dice Elisa Marchioni – ma non possiamo restare solo a guardare, mentre gli effetti di questa tensione si scaricano solo sui più deboli, i lavoratori, che vedono a rischio il proprio posto (900 licenziamenti nell’ultimo anno, hanno coinvolto anche 400 frontalieri), e la serenità del proprio lavoro. Ora questa discriminazione introdotta con la tassa etnica: fra lavoratore e lavoratore, fra colleghi che svolgono la stessa mansione, lo stesso compito, che lavorano insieme. Il ministro Frattini non può rimanere ancora silenzioso, e noi non aspettiamo più”.
Riassumendo, mentre il Governo italiano fa finta che il problema frontalieri non esiste, il PD incalza e chiede di tirare le orecchie all’ambasciatore di San Marino sulla “supertassa”, o “tassa etnica” che dir si voglia. Peccato che sia l’Italia a non voler risolvere il problema dei frontalieri evitando di sedersi a un tavolo per trattare sulle doppie imposizioni, e per di più cancellando la franchigia – può essere reintrodotta in extremis, ma finché non la vediamo non ci crediamo – che rappresenterebbe la mazzata definitiva per i bilanci di oltre 6 mila famiglie di lavoratori italiani che rappresentano l’ossatura di un sistema economico, quello sammarinese, che ha ricadute positive anche sui territori limitrofi di Emilia-Romagna e Marche. E se per chiudere ci possiamo permettere una riflessione nostra sull’argomento, il fatto che San Marino con l’art. 56 ha compiuto un atto ingiusto e sicuramente poco equilibrato verso i lavoratori frontalieri per quanto corretto formalmente come ha stabilito il Collegio Garante, l’Italia non ha certo meno torto verso quelli che sono i suoi lavoratori, i suoi cittadini, costretti a pagare le tasse due volte per scelta italiana e, al momento, senza neanche la franchigia per limitare i danni.