Sulla sentenza Karnak, che ha condannato in primo grado i responsabili dell’azienda dopo l’assoluzione arrivata nel 2008 dalla Commissione provinciale tributaria di Rimini, San Marino Fixing ha sentito il parere di Carlo Giorgi, Segretario Generale ANIS.
SAN MARINO – Sulla sentenza Karnak, che ha condannato in primo grado i responsabili dell’azienda dopo l’assoluzione arrivata nel 2008 dalla Commissione provinciale tributaria di Rimini, San Marino Fixing ha sentito il parere di Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese. Anche perché la questione dell’esterovestizione o della stabile organizzazione (per Karnak e Gruppo BI\Holding, in particolare, si parla di quest’ultima) deve essere inserita nel quadro più ampio dei rapporti tra Italia e San Marino.
Aspettando l’uscita di Fixing che, domani, sarà in edicola con un’intervista al Presidente di Karnak, Marco Bianchini, ecco allora il pensiero di Carlo Giorgi.
“Aspettando di conoscere le motivazioni della sentenza che riguarda Karnak, quello che si può dare è un giudizio per così dire politico sulla vicenda. E quello che mi preme dire è che Karnak è un’azienda diretta da quarant’anni, a San Marino. Un’azienda seria, fatta di persone serie, che meritano rispetto, così come le tante persone che lavorano per il gruppo. Devo dire che mi è dispiaciuto molto vedere che c’è chi ha esultato per l’esito di questa sentenza”.
Un’azienda seria può compiere azioni che un tribunale considera illecite?
“Il caso Karnak è esemplare perché il terreno su cui ci si muove è quello dell’interpretazione del diritto fiscale internazionale, un ambito assolutamente complicato e delicato, dove partendo dai medesimi fatti c’è chi arriva ad un’interpretazione e chi ad un’altra. Si aggiunga che di casi come questo a cui fare riferimento, in ambito europeo ce ne sono molto pochi, forse nessuno. Io so solo che ci troviamo di fronte ad imprenditori seri che si trovano a rispondere di un’interpretazione fiscale che, per ovvi motivi, non può essere prevedibile. È per questo che dico che Karnak va rispettata: non c’è stato sicuramente un intento ‘furbo’, così come non ci può essere un’interpretazione unica della vicenda”.
Senza contare che quando si parla di esterovestizione o di stabile organizzazione non si può fare un discorso d’insieme ma si deve guardare il singolo caso.
“Infatti non si può dire che la sentenza Karnak abbia delle ripercussioni sull’intero sistema delle relazioni economiche tra i due Stati, tuttavia questa vicenda è senza ombra di dubbio legata alla guerra dichiarata dall’Italia a San Marino, come si può ben vedere dalle interpretazioni esasperate e dalle dichiarazioni sulla stampa. In generale, questo è uno dei tipici problemi che si potrebbero risolvere semplicemente con le relazioni bilaterali e con gli accordi contro le doppie imposizioni”.
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