E’ possibile che negli Stati Uniti gli internauti consumino più elettricità di quante ne serva alle industrie che mettono sul mercato automobili e autocarri? In base a uno studio di CNN Money è proprio così. Ma, per fortuna, gli esperti di pianificazione energetica ritengono che il paese sarà in grado di soddisfare a pieno le nuove esigenze di un mondo globalizzato. In realtà per le compagnie elettriche i consumi alimentati da Google e Facebook rappresentano oggi una garanzia per tenere alti i profitti a fronte del crollo del 20% delle forniture erogate ai colossi industriali del paese, per le conseguenze della recessione o per l’attivazione di linee di produzione più efficienti. L’energia necessaria a far funzionare i milioni di server di internet è aumentata del 10% all’anno nell’ultimo decennio, e oggi i data center americani consumano già più elettricità delle aziende automobilistiche e quasi la metà di quella utilizzata dalle industrie chimiche. Secondo Greenpeace, se soltanto i server di Google lavorassero al massimo delle loro capacità consumerebbero tanta energia tanto quella necessaria ad illuminare tutte le abitazioni di San Diego: 476 megawatt. E c’è già chi si interroga sul perché le compagnie protagoniste dell’era della globalizzazione non abbiano ancora pensato non tanto a ridurre i consumi, ma a trovare tecnologie alternative che permettano di ridurre gli sprechi. Bill Weihl, il responsabile della sezione “sostenibilità” di Google ha risposto all’accusa di Greenpeace ribadendo che i server dell’azienda non funzionano mai al massimo delle loro potenzialità, ma non ha voluto ridimensionare in maniera più precisa l’effettivo consumo di elettricità del gruppo, pur avendo sottolineato che in pochi anni Google inizierà a soddisfare il 100% del fabbisogno energetico grazie a risorse rinnovabili. Anche Facebook si è difesa ricordando di aver appena messo in funzione un data center che è il 40% più efficiente delle strutture cui si è affidata fino ad oggi, mentre Yahoo ha annunciato di voler seguire al più presto le orme dei concorrenti ma che, in generale, l’incremento dei consumi di internet non può essere contabilizzato se non a fronte di tutti gli sprechi che ha permesso di eliminare. Tra questi, lo scambio di messaggi e documenti in tempo reale e a costo zero e, ancora più importante, la diffusione delle teleconferenze, una tecnica che ha significativamente ridotto il numero di viaggi necessari per presenziare a una buona parte dei meeting di coordinamento aziendali.