Il governo stabilisce il divieto assoluto di accesso nella zona intorno all’impianto. Rinvenute tracce di sostanze radioattive in donne in allattamento nei dintorni della capitale. Tutti fuori, questa volta per davvero. Il governo nipponico ha ufficializzato ieri il divieto di entrare nella fascia di evacuazione di 20 chilometri intorno alla centrale di Fukushima, stabilita dalle autorità dopo l’incidente nell’impianto per evitare la contaminazione dei residenti. Un provvedimento che ha già portato al trasferimento obbligato di 170mila persone ma che a sei settimane esatte dall’inizio dell’emergenza le autorità hanno deciso di rafforzare imponendo un divieto assoluto di accesso alla zona. “La creazione di quest’area off-limits ha come obiettivo la sicurezza delle persone”, si è limitato a spiegare il segretario del gabinetto nipponico Yukio Edano, senza fornire indicazioni precise sulle motivazioni della decisione dell’esecutivo. “Adotteremo misure molto rigide nei confronti di coloro che cercheranno di entrare. Tutto ciò che posso dire agli abitanti è che chiedo la loro comprensione in modo da non dover intraprendere alcuna azione legale contro di loro”. Ennesima strampaleria di una gestione della crisi nucleare in corso aspramente criticata da esperti e addetti ai lavori di tutto il mondo, l’interdizione disposta ieri dall’esecutivo del premier Naoto Kan non può che suscitare dubbi sulla tempistica con cui è stata stabilita. Molti gruppi e organizzazioni ambientaliste avevano chiesto l’adozione di questo provvedimento già parecchie settimane fa, in modo da evitare qualsiasi rischio per coloro che nel frattempo hanno deciso di non abbandonare la zona nonostante le sollecitazioni da parte delle autorità. Nell’area contaminata, infatti, ad oggi vivono ancora decine di persone, alcune della quali si sono da subito rifiutate di lasciare la propria casa, mentre altre hanno deciso di farvi ritorno dopo l’evacuazione. Le Jietai, le Forze di autodifesa giapponesi (l’equivalente dell’esercito), hanno disposto piani di trasferimento di tutti i residenti residui, disponendo anche procedure di decontaminazione per coloro che hanno vissuto fino ad oggi nella fascia e per quelli che saranno autorizzati a farvi temporaneamente ritorno per entrare nella propria abitazione. Durante una visita nella prefettura di Fukushima, il premier Kan ha comunque assicurato che il suo governo risarcirà le vittime del disastro. “Gli abitanti di questa regione sono stati doppiamente colpiti: dalla crisi nucleare e dalle voci secondo le quali i prodotti locali sarebbero contaminati”, ha sottolineato a riguardo il governatore Yuhei Sato. Proprio ieri tracce di iodio radioattivo sono state trovate nel latte di quattro mamme delle zone a est e a nordest di Tokyo, e in altre tre della prefettura di Ibaraki. L’allarme è stato lanciato dal gruppo civico Network di supporto madre-figlio. La Commissione nipponica per la sicurezza nucleare, che fa capo al governo, non ha stabilito limiti di legge per la concentrazione di sostanze radioattive nel latte materno. risultati delle analisti compiute dal Network su un gruppo di nove volontarie, comunque, hanno mostrato in tutti i casi valori inferiori ai 100 becquerel per chilogrammo, il tetto massimo consentito per l’acqua del rubinetto destinata ai bambini con meno di un anno di età.