Continua la scellerata onda di manifestazioni che stanno scandendo le giornate del Titano. Manifestazioni che bloccano le poche imprese sane che funzionano. Ultima, in ordine di tempo, quella di oggi, 21 aprile, alla Deca.
“San Marino vietata ai truffatori”. Un lungo striscione apre la manifestazione dei lavoratori della DECA. Mezz’ora davanti ai cancelli della fabbrica per chiedere un deciso cambio di rotta. La prima settimana della mobilitazione “Noi amiamo San Marino” promossa dalla FLI-CSU, ha coinvolto i lavoratori di sei storiche aziende dell’area industriale di Rovereta. “Non ci fermiamo, la prossima settimana sono in programma altre tre manifestazioni”, annunciano i segretari industria Enzo Merlini (CSdL) e Giorgio Felici (CDLS). Il filo rosso della protesta parte dall’emergenza economica che sta provocando continue perdite di posti di lavoro e chiusure aziendali. “La fine del tunnel ancora non si vede – affermano Merlini e Felici –solo nei primi 4 mesi di quest’anno sono state 66 le aziende che hanno chiesto la mobilità, con 150 lavoratori coinvolti. Tutti licenziamenti provocati dal cortocircuito economico innescato dalla black list”. Trasparenza è una delle parole d’ordine della mobilitazione nelle fabbriche. “Gli effetti della paralisi dei rapporti tra Italia e San Marino sono devastanti – spiegano i segretari FLI-CSU –Non è più tempo di tentennamenti o, peggio, di ambiguità: lo scambio automatico d’informazioni va attivato immediatamente perché sul terreno della trasparenza ci giochiamo il nostro futuro”. Trasparenza e legalità. “Il mondo del lavoro – continuano – è preoccupato delle continue notizie di infiltrazioni malavitose nel nostro tessuto economico. E lo slogan ‘Via la mafia da San Marino’ deve tradursi in azioni e impegni concreti. A partire da una completa trasparenza nel settore finanziario e nel sistema delle fiduciarie, fino al definitivo superamento del segreto bancario”. Per Merlini e Felici ci sono ancora “aree opache” nella nostra economia, che vivono di rendite speculative: “Sul territorio c’è un enorme capitale immobiliare praticamente congelato. A fronte di 7 mila appartamenti sfitti i prezzi delle case restano alle stelle. Per non parlare dei prezzi dei capannoni . Allora la domanda è una sola: chi può permettersi questo controsenso economico? Chi sono i veri beneficiari di questi patrimoni immobiliari?”. La prossima settimana la mobilitazione si sposta alla Telecom (martedì) e alla Colombini nei giorni successivi.