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Pasquale Valentini: riforma tributaria per azzerare tutte le distorsioni

da Redazione

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Può una riforma ambire a cambiare volto ad un Paese, nello specifico alla sua economia, senza necessariamente essere definita “epocale”? Intervista in esclusiva di San Marino Fixing, da oggi in edicola, al Segretario alle Finanze Pasquale Valentini.

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SAN MARINO – Può una riforma ambire a cambiare volto ad un Paese, nello specifico alla sua economia, senza necessariamente essere definita “epocale”? Noi ci proviamo ed evitiamo questo termine così inflazionato. Sicuramente va detto che la riforma fiscale che entro giugno sarà portata in Consiglio Grande e Generale rappresenterà un passaggio estremamente importante. Che toccherà tutti e che dovrà rappresentare una base per permettere ai conti dello Stato di reggere l’urto della crisi. Secondo le intenzioni del Segretario di Stato alle Finanze, Pasquale Valentini, l’approccio a questo provvedimento prevede un’impostazione innovativa nel metodo.

L’idea di base – assolutamente condivisibile – è che la fiscalità non rappresenta un elemento punitivo, ma uno strumento per garantire servizi ai cittadini, anche a chi non può permetterseli, creando nel contempo una leva per lo sviluppo. L’intento, indubbiamente virtuoso e anche ambizioso, è di dare una sempre maggiore responsabilità al contribuente, rendendolo attore dello sviluppo economico che un Paese deve assicurarsi anche con la fiscalità.

“Ci siamo avvicinati alla materia – spiega a Fixing il Segretario alle Finanze, Pasquale Valentini – partendo da due obiettivi irrinunciabili: l’equità fiscale e un maggior gettito per le casse dello Stato. Ci sono tuttavia altri elementi importanti di cui tenere conto: standard internazionali a cui adeguarsi, la semplificazione, il sostegno all’imprenditoria vera, politiche sociali. Abbiamo analizzato i dati dei contribuenti dal 2004 al 2008 (i dati del 2009 sono ancora incompleti, ndr). È emerso che oggi ci troviamo di fronte ad un fenomeno evidente che riguarda tutte le categorie di contribuenti: l’aliquota nominale non corrisponde all’aliquota effettiva. Ci sono differenze in alcuni casi anche importanti e ciò rappresenta un elemento di non chiarezza. Noi non vogliamo innalzare le aliquote, ma è indispensabile superare questo gap tra effettivo e nominale. Magari introducendo iniziative precise che giustifichino detrazioni e abbattimenti, sia per quello che riguarda le imprese sia per i cittadini. Vogliamo offrire al contribuente la possibilità di ottenere detrazioni se può dimostrare interventi che le giustifichino”.

 

 

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