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San Marino, in fuga dalla black list Licenziamenti a raffica nelle imprese

da Redazione

Statua Liberta San Marino

Centocinquanta dipendenti licenziati dalle imprese di San Marino in quattro mesi. La colpa? Della black list. È quanto sostiene la FLI-CSU.

SAN MARINO – Centocinquanta dipendenti licenziati dalle imprese di San Marino in quattro mesi. La colpa? Della black list. È quanto sostiene la Federazione Industria della CSU, che presenta dati che non possono certo far sorridere.

Da gennaio ad oggi infatti sono 66 le aziende che hanno effettuato licenziamenti, per un totale di 150 persone. Un’emorragia di posti – sottolineano dal sindacato – dovuta più alla black list che alla crisi internazionale, considerata in via di superamento.

“Negli incontri previsti dalla legge per affrontare le motivazioni delle crisi aziendali – spiega la Federazione Industria della CSU – la storia è quasi sempre la stessa: siamo costretti a licenziare a causa del blocco di rapporti tra Italia e San Marino, blocco che ha inserito la nostra economia nella lista nera, interrompendo così i rapporti con clienti e fornitori”.

A confermare questa tendenza, continua la FLI-CSU, sono i casi di alcune grandi aziende che aprono di punto in bianco le procedure di riduzione del personale senza avere fatto neppure un’ora di cassa integrazione e con fatturati fino allo scorso anno in attivo: “Un fenomeno preoccupante, che tra l’altro si sta allargando anche al personale impiegatizio: è la testimonianza che ormai la crisi di mercato sta pesando molto meno della crisi diplomatica”.

Licenziamenti da black-list, insomma.

“Se imprese sane licenziano senza ricorrere alla cassa integrazione – insiste la Federazione Lavoratori Industria – è un chiaro segnale di sfiducia verso il sistema Paese, con il forte rischio che ai licenziamenti segua le decisione di spostare la produzione oltre il confine. In questi giorni hanno presentato la richiesta di riduzione del personale la Viv Decoral, 17 dipendenti su 45, mentre la Business & Holidays, 12 dipendenti, dopo 20 anni di attività, ha deciso di chiudere i battenti. In poche parole una fuga dal decreto incentivi e dalla black-list”.

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