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Le categorie economiche credono nella SMaC: E’ un’opportunità di crescita

da Redazione

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Abbiamo raccolto le parole delle associazioni di categoria che hanno creduto – e che credono tutt’oggi – alla SMaC Card: Osla, Usot, Usc e Unas. “E’ un’opportunità di crescita”. E a chi non aderisce dicono: “Perdete un’occasione”.

di Alessandro Carli

 

SAN MARINO – Abbiamo raccolto le parole delle associazioni di categoria che hanno creduto – e che credono tutt’oggi – alla SMaC Card: Osla, Usot, Usc e Unas.

smaccare_vert_1“La SMaC è uno strumento positivo che trattiene i consumi interni e allo stesso tempo li attira – esordisce il Direttore di Osla, Giorgio Chiaruzzi -. E’ di fondamentale importanza che gli esercenti aderiscano al circuito: i grandi e i medi l’hanno già fatto, un po’ meno i più piccoli. La SMaC non è uno strumento che controlla le battute di cassa: non è un controllo fiscale, ma soltanto una vera, concreta opportunità per il sistema Paese”. Un sistema di rilancio e di implementazione dei consumi che, sottolinea Chiaruzzi, “ci invidiano al di fuori dei confini di Stato. La SMaC, sul Titano, funziona, ed è oggetto anche di attenzioni da parte dell’Italia”. “Dobbiamo migliorare la promozione, specie nei settori del commercio e del turismo. La SMaC ha grandi potenzialità, che devono essere sfruttate: per l’economia reale è un ottimo strumento, come si può leggere dai dati. Ci sono margini di miglioramento, il che significa che si può ulteriormente crescere”.

Secondo il Presidente dell’Usot, Paolo Rossi, “la SMaC si è rivelata utile, anche se non tutti hanno aderito all’iniziativa. A questo proposito vorrei dire una cosa: lo sconto è del 5%. Molti esercenti pensano di risparmiare non aderendo al circuito. Di questo 5%, il 3% lo mette il ristoratore e il 2% lo Stato. Il che significa che se un cliente ‘smacca’ 100 euro, il ristoratore mette 3 euro. Una cifra irrisoria, che deve essere vista non come spesa ma come valore aggiunto. E’ una questione di cultura, di mentalità. Alcuni non ‘smaccano’, ed è un peccato. Mi auguro il vento possa cambiare: insieme si può fare sistema. Tra gli associati abbiamo registrato, comunque, un buon riscontro”. Paolo Rossi poi mostra apprezzamento per l’allargamento della SMaC anche ad altre categorie: “Questo significa che la ricaduta ha un raggio più ampio, il che si traduce in una incentivazione dei consumi”. Insomma, avanti tutta. “Certamente. Dovrebbe essere migliorata però la risposta telematica”. Per Rossi “la SMaC deve essere promossa anche nelle zone limitrofe. E a San Marino più attività partecipano al circuito, più aumenta l’indotto e la ricaduta per la Repubblica”.

La SMaC è stata accolta molto bene dall’Unione Sammarinese del Commercianti. Il Presidente dell’USC, Carlo Lonfernini: “L’abbiamo fatta applicare, e la risposta degli esercenti è stata molto positiva. Forse sarebbe da rivedere la scontistica, perlomeno per alcuni settori. Mi spiego: qualche comparto ritiene che dovrebbero essere applicati alcuni lievi aggiustamenti. Le edicole, per esempio, hanno importi ridotti, e la percentuale è limitata. Vorrebbero entrare nel circuito SMaC, ma hanno qualche perplessità. USC, ad ogni modo, ha fatto registrare un alto livello di gradimento della card. Per noi l’iniziativa è molto utile per l’intero sistema Paese, anche se forse andrebbe snellita la procedura. Siamo in contatto con la società informatica addetta alle ‘strisciate’, per cercare di capire se possono essere ridotti i tempi tecnici. Con un sistema e una procedura più snella, siamo convinti che l’appeal della SMaC possa crescere ulteriormente. Specie per le cifre più basse. Ci auguriamo che la fidelity card possa essere replicata anche in futuro: è davvero utile per fare sistema, per creare un circuito di comunicazione tra i vari settori della Repubblica di San Marino. Per quel che concerne l’USC, devo dire che l’iniziativa si è rivelata vincente”.

smaccare_vert_2“Il primo dato che emerge è lo spirito della SMaC: fare crescere il sistema economico, ma allo stesso tempo ottimizzare e potenziare le vendite al dettaglio” racconta Pio Ugolini dell’Unas. “Oggi viene utilizzata anche per piccoli importi, mentre all’inizio la percezione, nei clienti, era diversa. L’Unas è entrata nel circuito un anno e mezzo dopo il lancio, durante la seconda fase. Stiamo però registrando un certo interesse da parte degli operatori e dei clienti. Credo ci siano ancora margini di miglioramento: il Comitato tecnico ha iniziato una fase di riflessione, una verifica sulle tabelle e sulle fasce di sconto. Mi spiego: quando vennero compilate le tabelle, fu fatta una valutazione teorica”. Oggi gli artigiani hanno il 2%, che è a carico dell’imprenditore. “Gli artigiani contribuiscono al 100% – prosegue -. Sarebbe auspicabile un contributo dello Stato. Potrebbe rappresentare un po’ di benzina per il comparto in quanto non tutte le categorie hanno marginalità di prodotto”. Per Pio Ugolini “la forza della SMaC va ricercata nella ripetizione, nella fidelizzazione dei clienti, e non nell’una tantum: la card deve avere un utilizzo variegato, e non solo negli alimentari. Deve, cioè, ridistribuire la ricchezza”.

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