SAN MARINO – Il Paese sembra assopito. Rassegnato all’ineluttabile pensando che la soluzione qualcuno, alla fine, la troverà.
Manca la consapevolezza da parte della maggioranza dei cittadini della drammaticità che sta assumendo la crisi economica, finanziaria e sociale del nostro sistema.
Il punto di non ritorno è stato oramai superato, anche se c’è chi pensa che, passata la burrasca tutto possa tornare come prima.
Il castello di carta costruito negli ultimi vent’anni si è dissolto velocemente come neve al sole.
Normalizzare i rapporti con il nostro vicino servirà a poco, se non si attua una rivoluzione nel sistema.
Le vicende politiche degli ultimi tempi, la politica dei piccoli passi verso convergenze su pochissimi punti cardine del sistema, non saranno sufficienti se non raggiunte in tempi brevissimi.
E’ un problema di coraggio.
Nelle scelte da fare e nel rendere la cittadinanza consapevole delle rinunce e dei sacrifici che la attendono.
E’ una rivoluzione di sistema ma anche culturale e di costume quella da attuare.
Le coscienze devono essere risvegliate.
E’ necessario immaginarsi un Paese diverso, che riscopra il valore della propria tradizione e dei propri valori.
Una Repubblica con la erre maiuscola.
Un Paese ove l’interesse principale deve essere quello della collettività e non di pochi.
Una vera democrazia politica ed economica.
Uno stato che promuova effettivamente la libertà di esprimersi ai suoi cittadini in tutti gli ambiti della vita sociale ed economica.
Uno Stato “leggero” che fornisca però i servizi essenziali di cui la collettività necessita.
Un sistema che si apra al suo interno ma anche e soprattutto all’esterno.
La politica ha le proprie responsabilità ma anche il dovere di trovare la sintesi e il bandolo della matassa.
Serve un discorso chiaro al Paese per renderlo consapevole di quello che lo attende.
Nel bene e nel male.
Senza voler salvare capra e cavoli.
Si è perso oramai troppo tempo.
Alberto Rino Chezzi