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San Marino e la SMaC Card: quando l’unione fa la forza

da Redazione

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Le dimensioni (a volte) non contano. Così una piccola carta, pochi centimetri quadrati di plastica, può aiutare a sollevare e sostenere l’economia. Parliamo della SMaC. Un progetto che per funzionare, però, richiede unione d’intenti.

di Loris Pironi

 

SAN MARINO – Le dimensioni (a volte) non contano. Così una piccola carta, pochi centimetri quadrati di plastica, può aiutare a sollevare e sostenere l’economia. È il principio della leva, né più né meno, che applicato all’economia ha permesso di giungere ad un prodotto che si sta rivelando sempre più importante per le famiglie. La San Marino Card, o SMaC, come affettuosamente la chiamano gli oltre 40 mila possessori (tendenza in lento e costante aumento), si è conquistata un posto di diritto nel cuore, e nel portafoglio, dei sammarinesi e dei residenti di tutto il circondario.

smac-logoIl concetto di fondo è semplice quanto ambizioso: trasformare un’intera Repubblica, per quanto piccola, in un unico centro commerciale. La SMaC, carta elettronica di sconto e di spesa, rappresenta uno strumento sicuramente efficace per aiutare gli esercenti del Titano ad affrontare l’agguerrita concorrenza dei centri commerciali posti oltre confine e a fidelizzare i propri clienti. Se la si guarda invece dall’altra prospettiva, quella dei clienti, la San Marino card offre ai possessori una scontistica che permette di infilare giorno dopo giorno monete in questo salvadanaio virtuale, prezioso risparmio in questi tempi di crisi.

Per funzionare, il progetto richiede un’unione d’intenti da parte delle categorie economiche e dei singoli esercenti: più sono i commercianti e gli artigiani che aderiscono al circuito, più cresce l’appeal della SMaC, più gli utilizzatori possono risparmiare e più lo Stato riesce a far “girare” l’economia.

Le categorie che hanno aderito al progetto sono quattro, Osla, Usc, Usot e Unas: commercianti, operatori del settore turistico, artigiani. Oltre ad esse, un ruolo di primo piano lo hanno le banche (fanno parte del circuito Banca Agricola Commerciale, Banca di San Marino, Cassa di Risparmio, Credito Industriale Sammarinese e Istituto Bancario Sammarinese) che, oltretutto, regolano i flussi di denaro e forniscono l’indispensabile infrastruttura tecnologica. C’è poi lo Stato, che rappresenta il promotore del progetto San Marino Card. Ha creduto nell’iniziativa, ha investito e continua ad investire. L’intento dichiarato è quello di dare slancio ai consumi interni, sostenendo così contemporaneamente sia le famiglie, sia un settore economico ritenuto senza ombra di dubbio strategico.

Sono passati più di due anni ormai da quando è nata la San Marino Card. I consumatori l’hanno immediatamente amata; da parte degli esercenti invece, numeri alla mano, si riscontra ancora una certa resistenza. Ed è un peccato perché la vera chiave di volta è proprio la risposta convinta del sistema. Il futuro, poi, potrebbe portare la SMaC a percorrere nuove vie. L’intenzione è quella di proporla sempre più non solo come semplice carta di sconto quanto come vero e proprio borsellino elettronico, riducendo l’utilizzo (scomodo e dispendioso) del contante anche per le microtransazioni, tipo la classica colazione al bar. La carta poi potrebbe essere utilizzata – siamo naturalmente nel campo delle ipotesi – per pagare alcuni servizi pubblici, dai trasporti ai parcheggi tanto per fare degli esempi. Ma le strade percorribili sono tantissime, perché l’idea è valida ed ha dimostrato in questi primi due anni di funzionare.

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