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Libia, ecco nel dettaglio la road map accettata da Gheddafi

da Redazione

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La road map proposta dall’Unione africana per trovare una via d’uscita pacifica al conflitto in Libia, che sarebbe stata accettata da Muammar Gheddafi, poggia su tre punti cardine: “la fine immediata di tutte le ostilità”, le agevolazioni per la consegna degli aiuti umanitari e il lancio del dialogo “tra i partiti libici” in vista di un periodo di transizione dei poteri. Il leader libico si sarebbe detto disponibile anche al dispiegamento di un meccanismo di monitoraggio effettivo e credibile. Durante i colloqui tra la delegazione dell’Ue e il regime di Tripoli si è affrontato anche il tema dell’addio al potere del colonnello. “Ci sono state discussioni in proposito, ma non voglio riferire nulla. Questo deve rimanere confidenziale”, ha confermato il Commissario Ua per la Pace e la Sicurezza, Ramtane Lamamra.

Il colonnello ha ricevuto sotto la sua tenda di Bab al-Aziziya, la delegazione dell’Unione africana composta dai presidenti Jacob Zuma (Sudafrica), Amadu Tumani Turé (Mali), Mohamed Ould Abdel Aziz (Mauritania) e Denis Sassu Nguesso (Congo), assieme al ministro degli Esteri ugandese, Henry Oryem Okello. Il vertice è durato diverse ore: al termine il leader libico è andato via passando in mezzo a una folla di sostenitori radunati non lontano dalla tenda.

La delegazione era arrivata a Tripoli, in particolare, per sostenere la fine dei combattimenti. Il presidente sudafricano, che ha lasciato la Libia ieri, ha indicato che “un appello sarà lanciato alla Nato per la fine dei suoi bombardamenti, in modo da dare una possibilità alla tregua”. Zuma ha precisato che “la delegazione del Fratello Leader (Gheddafi, ndr) ha accettato la road map che gli è stata presentata”. Gli altri membri della delegazione dell’Ua, secondo quanto si legge su alcuni organi di stampa internazionali, si recheranno invece a Bengasi per incontrare i capi dei ribelli e negoziare con loro una tregua. Un’opzione, quest’ultima, sempre respinta dagli insorti, che pongono la partenza di Gheddafi come condizione preliminare per qualsiasi negoziato.

 

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