Settore edilizia, dopo la richiesta di aiuto da parte dell’ASES per la crisi dell’edilizia a San Marino, ecco la replica – polemica – della FULC-CSU. Che denuncia gli “abusi” e le “distorsioni” che si verificherebbero, sul Titano, nel settore edile.
SAN MARINO – Settore edilizia, se nei giorni scorsi l’ASES, l’associazione delle Imprese Edili di San Marino aveva denunciato lo stato di grande difficoltà del settore avanzando alla politica una serie di richieste e proposte, oggi arriva la replica –polemica – della FULC-CSU, la Federazione Unitaria Lavoratori Costruzioni. Che denuncia gli “abusi” e le “distorsioni” che si verificherebbero, sul Titano, nel settore edile.
“Diverse imprese – sostiene la FULC-CSU in una nota – mentre da un lato pongono una parte dei propri dipendenti in cassa integrazione, dall’altra sostituiscono il loro lavoro affidandosi a subappalti, e/o utilizzano, in modo improprio, personale distaccato da imprese italiane. Sono pratiche abbastanza diffuse, che evidentemente ledono i diritti dei lavoratori, creando anche una sorta di concorrenza sleale tra le varie imprese edili. Come si fa a sostenere la tesi che le imprese edili sono in difficoltà, quando in molti casi vengono utilizzati subappalti e lavoratori in distacco?”
L’invito alle imprese edili della Federazione Unitaria Lavoratori Costruzioni è quello di preoccuparsi prima di tutto “di mettere fine a questi comportamenti scorretti e per nulla trasparenti. È evidente che, in casi come questi, la crisi viene anche utilizzata come pretesto per aggirare le leggi e per non rispettare le regole, salvo poi lamentarsi pubblicamente per le difficoltà del proprio settore”.
“È indubbio – prosegue la nota – che il settore abbia risentito della crisi, ma occorre razionalizzare l’attività edilizia, che a nostro avviso va indirizzata principalmente verso le ristrutturazioni del patrimonio abitativo esistente piuttosto che verso la costruzione di nuovi immobili. A San Marino si è costruito talmente tanto e talmente al di sopra della domanda, che questo settore non poteva che interrompere la propria espansione”.