Aziende come scatole vuote sul Titano. Ce ne sono 3.200 che non hanno dipendenti. Di San Marino e riciclaggio parla oggi Il Fatto Quotidiano, che ha intervistato Marco Arzilli, Carlo Giorgi, Paolo Giovagnoli e Rita Vannucci.
SAN MARINO – Aziende come scatole vuote sul Titano. Ce ne sono 3.200 che non hanno dipendenti. E sarebbero tutte quante da chiudere. L’ha affermato a Il Fatto Quotidiano, il giornale di Antonio Padellaro, non Kaiser Giulio Tremonti bensì il Segretario di Stato all’Industria Marco Arzilli. Per il momento ne son ostate chiuse 54, compresa una che operava da San Marino verso l’Italia con un giro di esportazione di 80 milioni di euro (e neppure un dipendente, appunto). Un’anomalia questa anche per Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS, che però sostiene che il numero di 3.200 sia troppo elevato, che bisogna fare chiarezza e che casi come quello sopra citato vanno spazzati via perché “danneggiano l’economia legale”.
L’articolo de Il Fatto sente anche il parere di Paolo Giovagnoli, Procuratore capo di Rimini, più volte intervenuto sui rapporti tra Rimini e San Marino e la criminalità organizzata. Non c’è stato finora alcun controllo sul denaro transitato verso il Titano, e questo ha fatto il gioco di chi voleva riciclare, ha sostenuto Giovagnoli, mentre la difesa del sistema è stata affidata al commissionario della legge della Repubblica di San Marino Rita Vannucci che ha spiegato perché si può sostenere a giusta ragione che qualcosa sia cambiato in fatto di collaborazione e lotta alla criminalità sul Titano in questi ultimi due anni.
Il lungo servizio parla poi di cose già dette e scritte, delle mani della camorra sul Titano, della finanziaria Fincapital e delle attività economiche sul Titano dei presunti esponenti del clan Vallefuoco.
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