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San Marino, il Governo se la prende con l’Italia

da Redazione

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Riunione fiume, martedì, per il Congresso di Stato. E ieri dall’esecutivo sammarinese è partito un duro attacco all’Italia.

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SAN MARINO – Riunione fiume, ieri, per il Congresso di Stato. E oggi dall’esecutivo sammarinese parte un duro attacco all’Italia. I Segretari di Stato alle Finanze Pasquale Valentini e all’Industria Marco Arzilli sono stati chiari nei propri interventi: “Se l’atteggiamento di chiusura da parte dell’Italia continuerà, allora diventerà evidente che la volontà è quella di cancellare San Marino, e non di perseguire la strada della trasparenza nelle relazioni. E questo è assolutamente inaccettabile”. Perché, come ribadito dai due segretari, “Le imprese serie stanno soffrendo da questa situazione”.

Ma puntare il dito contro l’Italia non è sufficiente, e così l’esecutivo – dopo la lunga riunione di ieri – ha annunciato l’intenzione di accelerare l’iter delle riforme, in primis quella tributaria.

marco_arzilli_002Il Segretario Arzilli dal canto suo ha annunciato la sua prossima visita a Washington, durante la quale incontrerà alcuni esponenti di FMI e Banca Mondiale: “Anche in questa occasione cercheremo di rappresentare la vera San Marino, che è diversa da quella che certi vogliono far apparire”. Una San Marino che conferma la propria lotta alla malavita organizzata ma che, su questo fronte, necessita di collegamenti e collaborazioni a livello internazionale.

Infine capitolo frontalieri, ancora una volta il Segretario Valentini ha ribadito la propria posizione, evidenziando che con quella che noi giornalisti chiamiamo impropriamente “supertassa” si vuole recuperare risorse destinate all’erario italiano (e poco importa se i lavoratori frontalieri alla fine dell’anno si troveranno a pagare da 600 a 1800 euro in più). E si fa breccia con sempre più insistenza in seno all’esecutivo sammarinese l’ipotesi di provare ad andare a regolare la materia della tassazione dei frontalieri mediante una convenzione – stralcio con l’Italia da firmare a prescindere dall’accordo (bloccatissimo) contro le doppie imposizioni. Ipotesi che aveva suggerito il neo Segretario al Lavoro Francesco Mussoni proprio a Fixing la settimana scorsa e che oggi ribadisce quale “strada maestra” da percorrere anche il Segretario Valentini.

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