Home NotizieItalia Ruby-gate, la prima udienza è durata solo 9 minuti

Ruby-gate, la prima udienza è durata solo 9 minuti

da Redazione

Nove minuti e cinquanta secondi: è stata un’udienza lampo la prima del processo a carico del premier Silvio Berlusconi sul caso Ruby, tanto attesa dai cronisti di tutto il mondo. Era stato predisposto un sistema organizzativo molto capillare per l’ingresso dei giornalisti e del pubblico, con tanti di accessi transennati e l’aula era stata imbiancata e risistemata, ma l’udienza di oggi è durata meno di dieci minuti. Giusto il tempo per i giudici della quarta sezione penale (presidente Giulia Turri) di fare l’appello delle parti presenti in aula e di rinviare il processo al 31 maggio per le questioni preliminari prima dell’inizio del dibattimento. In questi dieci minuti scarsi di udienza, il legale del premier, l’avvocato Giorgio Perroni, ha letto una lettera di Silvio Berlusconi ai giudici nella quale il presidente del Consiglio ha fatto presente di non poter partecipare all’udienza causa impegni istituzionali, acconsentendo comunque che si celebrasse l’inizio del processo. I giudici quindi hanno dichiarato la contumacia del premier e poi dell’avvocato Perroni hanno letto un’altra missiva di Niccolò Ghedini e Piero Longo, storici difensori del capo del governo, nella quale i due hanno spiegato di non poter partecipare all’udienza per impegni parlamentari. Il collegio ha acquisito le due lettere, ha chiamato come persona offesa il funzionare della questura Giorgia Iafrate, rappresentata in udienza dal suo legale, e poi ha citato gli altri due funzionari Pietro Ostuni e Ivo Morelli, che non erano presenti e non erano rappresentati nemmeno dai legali. Poi è stata la volta di Ruby, che era assente, ma rappresentata dall’avvocato Paola Boccardi. L’udienza, iniziata verso le 9 e 35 si è conclusa alle 9 e 45 circa. Ruby “Rubacuori” ha deciso di non costituirsi parte civile al processo a carico del premier. Lo hanno fatto sapere i suoi legali in aula. Ruby “non ha ritenuto giusto costituirsi parte civile perché ritiene di non aver subito alcun danno per essere andata qualche volta ad Arcore né per aver frequentato il premier”. Lo ha detto in aula l’avvocato Paolo Boccardi, legale della giovane marocchina, parte offesa al processo che è cominciato oggi a Milano.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento