La scorsa settimana gli imprenditori del Mics, denunciando il blocco dei rapporti con l’Italia e l’incapacità del governo di provvedere alla loro normalizzazione, hanno invitato – per bocca di un certo Jader Tosi – il Segretario agli Esteri ad andarsene. Altri hanno messo in dubbio la credibilità di chi rappresenta lo Stato, hanno parlato di classe politica in mano ai poteri forti, di resistenze al cambiamento, di impegni disattesi con Roma, del lavoro onesto e sano delle imprese sacrificato sull’altare della finanziarizzazione del sistema.
C’è da dire che le richieste al governo di agire e di provvedere allo stato di crisi dell’economia e del Paese sono pienamente legittime. Ciò che è meno ammissibile e giustificabile è il fatto di lasciar credere che tutti i mali della Repubblica siano nati negli ultimi due anni e mezzo e prosperino grazie all’attuale governo. Gli imprenditori del Mics – non tutti ma quelli di cui i giornali hanno riportato le dichiarazioni – non hanno precisato (volutamente?) che la realtà che stiamo vivendo ha origini lontane e che le responsabilità sono diffuse dal momento che anche i rappresentanti del mondo economico, per esempio, non sono estranei ad un sistema che oltre confine hanno deciso di mettere all’indice usando le cattive maniere.
Chi ha gettato le basi per la crisi del settore immobiliare? Chi non ha rispettato gli impegni presi col governo italiano? Chi si è alleato con i poteri forti? Chi ha distribuito a pioggia banche e finanziarie? Chi ha autorizzato centinaia di società a zero dipendenti? Chi ha gettato nel cestino l’immagine del Paese (la vicenda fondi neri del SISDE, i casi Finbroker e Telekom Serbia per i quali stiamo ancora pagando un prezzo nonostante gli anni trascorsi, non dicono nulla agli imprenditori del Mics)? Chi ha usufruito delle detassazioni che hanno impoverito le pubbliche casse? Chi ha beneficiato gratis della concessione delle scommesse e l’ha rivenduta allo Stato per centinaia di migliaia di euro? Chi ha ridicolizzato il Paese con dichiarazioni ai giornalisti di Report secondo cui la guardia di finanza andava presa per le orecchie?
Se il Mics comincerà a rispondere a qualcuno di questi interrogativi, saremo tutti più consapevoli e meno ipocriti.
L’invito rivolto ad Antonella Mularoni – che ha ereditato una difficile situazione e sta facendo di tutto per raddrizzare la rotta – rientra in questa ipocrisia di fondo. Che ogni soggetto cominci a mettere in fila il marcio e le relative responsabilità, magari con il contorno di un po’ di autocritica. Poi potremo riparlarne, disponibili anche a metterci da parte – se serve – per il bene di tutti.
Alleanza Popolare
c.s.