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Luce sia: San Marino torna alla Biennale di Venezia

da Redazione

Valerio_PradalChiuso il bando per la selezione
delle opere: ne verranno portate dieci
sei sono già state selezionate
Intervista al Curatore, Valerio Pradal

 

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di Loris Pironi

SAN MARINO – La presenza della Repubblica San Marino alle Biennali d’Arte di Venezia è lunga, ricca di spunti affascinanti e soprattutto proficua. Perché è grazie al confronto internazionale che il tessuto artistico di un Paese (e il discorso vale a maggior ragione per un piccolo Stato come il Titano) attinge all’acqua della vitalità e può svilupparsi.

La 54esima Esposizione Internazionale di Venezia aprirà i battenti il prossimo 4 giugno e proseguirà sino al 27 novembre. Il titolo dell’edizione di quest’anno è “Illuminazioni”. Il tema della luce – e della sua nemesi – sarà dunque predominante. E anche gli artisti che avranno l’onore di rappresentare il Titano dovranno confrontarsi con esso.

Valerio_PradalAnche quest’anno il Commissario per la partecipazione sammarinese alla Biennale sarà l’architetto Leo Marino Morganti e il Curatore l’architetto Valerio Pradal (nella foto), a cui chiediamo alcune riflessioni su questa nuova avventura artistica. Il bando per la selezione delle opere degli artisti sammarinesi si è chiuso lo scorso 27 marzo. A breve la giuria internazionale esprimerà le proprie preferenze. A rappresentare San Marino alla 54esima Biennale saranno dieci artisti. Sei sono già stati scelti, altri quattro, selezionati tra le 28 opere presentate al concorso, scaturiranno invece dal confronto del comitato scientifico. Che è composto da Alberto Bassi, Loretta Guerrini, Chiara Tartarini, Manuela Comoglio e Maria Gloria Riva, sotto la presidenza di Renata Stih. A completare il gruppo di lavoro, uno scrittore italiano, Fabio Cavallari, che avrà il compito ufficiale di narrare l’intero percorso dell’avventura sanmarinese alla Biennale.

Dei sei artisti già selezionati, uno è un sammarinese che opera all’estero, in Francia, quattro sono italiani ed uno è tedesco. La scelta di non puntare solo su artisti sammarinesi rischia di prestare il fianco alle solite polemiche nazionaliste, qui a San Marino: ne è consapevole?

“San Marino è una Repubblica matura, plasmatasi nel corso dei secoli attorno al segno della libertà. Proprio dentro questo perimetro, ampio e consapevole, abbiamo deciso di lavorare in prospettiva dell’Esposizione Internazionale di Venezia. L’arte è universale per definizione, anarchica e libertaria nel suo concetto ontologico. La vis polemica è connaturata nell’animo degli uomini, ma in questo caso noi abbiamo voluto rendere onore a questo Paese, fornendo il viatico per costruire un percorso capace di diventare terreno d’incontro per artisti, di diversa scuola e formazione culturale, al fine di produrre un confronto sulla complessità ed il fascino del tema proposto dalla Biennale. Insomma il nostro auspicio è quello di fare scuola, fornire un esempio, imparare edificando la conoscenza”.

Parliamo invece di Verdiano Marzi sammarinese, mosaicista, uno dei sei artisti già selezionati. È uno dei cosiddetti sammarinesi da esportazione che in patria non viene sufficientemente considerato.

“Usciamo dalla logica della contrapposizione. Spesso diciamo che nessuno è profeta in patria e ripetendo questa formula ci accorgiamo che illustri esempi del tempo passato, sono lì a ricordarci la verità di questa affermazione. La presenza di Verdiano Marzi alla 54esima Biennale però, contraddice, di fatto, quanto appena affermato. E’ evidente poi che un artista quando con le sue opere riesce ad affermarsi nel difficile mondo dell’arte, diventa cittadino del mondo. Nostro dovere è riaffermare le radici identitarie e le origini storiche. La cultura deve proporsi come volano per costruire memoria, fare memoria”.

La partecipazione sammarinese a questa Biennale dovrà avvenire nel segno della “Luce in-azione”, come è espressamente richiesto dal bando. Quali saranno le ragioni alla base delle scelte finali?

“Le opere proposte nel Padiglione della Repubblica di San Marino non vogliono fornire un estetismo edulcorato fine a se stesso, ma hanno l’obiettivo di costituire un mosaico narrativo ed organico. In questo progetto ambizioso, il soggetto avrà un ruolo preminente solo se saprà entrare in relazione con l’altro in un rapporto affettivo, prima ancora che emozionale con lo spettatore. Per noi Luce in-azione è visione simbolica, mezzo di relazione, strumento e veicolo di comunicazione. In questo mosaico di Luce sta il messaggio che riconduce l’artista dal torpore del sonno individuale alla corale ricerca dei valori dell’ethos, all’estetica del vero. Le opere che abbiamo deciso di portare a Venezia rispondono esattamente a questo anelito”.

Gli artisti dovranno confrontarsi con tutte le componenti dello spettro solare e anche con il loro opposto, l’oscurità. Sono tempi di luce o di oscurità, questi?

“La luce è il soggetto principe che garantisce il viatico indispensabile per accedere, ‘tendere a’, entrare in sintonia con l’altro da sé. Possibilità di visione quindi, ma anche contrasto e contraddizione tra il visibile e il non visibile, tra quanto appare inaccessibile e tutto ciò che è ancora da scoprire. Luce come visione estatica, simbolica, impalpabile, ma anche mezzo di relazione, strumento, veicolo di comunicazione e simbiosi. Oggi noi viviamo nell’epoca delle contraddizioni, degli ossimori. Non possiamo rigettare tutto questo come non vero, dobbiamo cercare di interpretare, entrare in connessione sentimentale con l’altro da noi. L’arte in tutte le sue forme, ci insegna e ci ha sempre insegnato a guardare oltre gli steccati”.

Luci e ombre sul mondo artistico di San Marino. Quanta vera arte gravita attorno al Titano?

“Con un po’ di presunzione mi viene da dire molta più arte di quanto generalmente siamo abituati a pensare. Ma non voglio dipingere con le parole questa verità. Invito tutti a visitare il nostro Padiglione a Venezia dal prossimo 4 giugno sino al 27 novembre. Dalla realtà non si fugge.”

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