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San Marino, AP e il referendum: la correttezza del Governo

da Redazione

Alleanza Popolare ha valutato l’esito del referendum attraverso il quale i cittadini sammarinesi hanno espresso la chiara e tangibile volontà di abrogare la legge n. 82/2010 manifestando, ancora una volta, una forte sensibilità verso il bene del territorio.

SAN MARINO – Alleanza Popolare ha valutato l’esito del referendum attraverso il quale i cittadini sammarinesi hanno espresso la chiara e tangibile volontà di abrogare la legge n. 82/2010 manifestando, ancora una volta, una forte sensibilità verso il bene del territorio.
In primo luogo, AP ha apprezzato l’importante partecipazione al voto ed il raggiungimento del quorum previsto per una consultazione che dà l’opportunità ai cittadini di esprimere direttamente il loro definitivo parere sulle leggi.
In secondo luogo, AP ha ripercorso le motivazioni che avevano portato all’approvazione della legge, così abrogata, e cioè: consentire alle maggioranze consiliari di determinare la politica economica anche dando risposta alle esigenze di ampliamento degli stabilimenti produttivi presenti e da insediarsi in territorio, contribuire allo sviluppo dell’occupazione e all’attrazione di nuovi investimenti, prefigurare positive ricadute sull’intero sistema. La legge non aveva di certo l’intento di favorire speculazioni o svendite del territorio come impropriamente affermato in campagna referendaria.
Ciò è dimostrato dai vincoli presenti nella legge stessa e dal fatto che, negli 11 mesi di vigenza della legge, il governo e la maggioranza non l’hanno volutamente utilizzata e cioè non hanno portato in aula consiliare nemmeno le richieste più urgenti fra quelle che le aziende avevano avanzato da tempo senza aver mai avuto risposta. Alleanza Popolare ha rimarcato la correttezza di tale comportamento ed il rispetto espresso verso il Paese in attesa di conoscere la volontà popolare.
Il voto di domenica scorsa rimette nelle mani sia della maggioranza che dell’opposizione consiliari la responsabilità di decidere sulla cessione dei terreni pubblici a favore delle attività produttive. L’opposizione, ora, dovrà dare dimostrazione di coerenza con quanto dichiarato prima della celebrazione del referendum, esprimendo una valutazione obiettiva, e non dettata da logiche di schieramento partitico, sulle legittime richieste e necessità del comparto economico ed occupazionale. Dimostrazione che anche in tempi recenti non sempre ha fornito.
c.s.

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