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L’ANIS boccia il referendum

da Redazione

Il quesito referendario sul ritorno ai 2/3 sulle cessioni dei terreni dello Stato. Carlo Giorgi, segretario generale dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese: “Per noi tutte le istanze più che legittime, per la tutela del territorio e la salvaguardia dell’ambiente devono prendere le mosse nell’ambito dell’approvazione del piano regolatore. Poi alle imprese serve celerità”.

Venerdì scorso una delegazione dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese ha incontrato il Segretario di Stato agli Esteri Antonella Mularoni. In quest’occasione è stato fatto il punto sulle relazioni con l’Italia. Più in generale si è parlato dei malumori, chiamiamoli così, degli imprenditori che in Italia continuano a trovarsi ad operare in regime di black list, dunque con gravi difficoltà. Sempre in tema di rapporti con l’Italia l’ANIS ha programmato per la prossima settimana un convegno al Kursaal, di concerto con gli Ordini dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. L’argomento è di stringente attualità e non è un caso che l’associazione abbia inviato, nei giorni scorsi, una lettera al Governo dai toni parecchio duri. “Al Segretario Mularoni – spiega a Fixing Carlo Giorgi, Segretario Generale ANIS – abbiamo fatto presenti ancora una volta i giganteschi problemi che gli imprenditori si trovano ad affrontare, giorno dopo giorno. Abbiamo ribadito che non ci è rimasto più tempo a disposizione. Il Segretario ci ha confermato che nei prossimi giorni ci sarà un confronto ufficiale con il Governo per discutere i vari punti che abbiamo evidenziato nella lettera”.

 

Il tema del futuro dell’economia a questo punto deve essere il primo dell’agenda di Governo. Di cosa parlerete al Convegno di martedì?

 

“Si parlerà dei rapporti con l’Italia e non solo. La collaborazione con gli Ordini dei Commercialisti e degli Esperti Contabili è significativa, perché tutti condividiamo la stessa preoccupazione. E lo stesso disagio. In occasione del Convegno indicheremo peraltro alcune delle nuove azioni che ANIS intende portare avanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi per cercare di sbloccare la situazione. Posso anticipare solo che si tratterà di una serie di proposte a 360 gradi per cambiare passo e fare ancora di più”.

 

Parliamo invece del referendum del 27 marzo. L’unico quesito ‘superstite’, chiede l’abrogazione della legge che riguarda l’inalienabilità dei terreni di proprietà pubblica: in sostanza si vuole ripristinare la maggioranza qualificata per la cessione dei terreni pubblici. Un tema che vi tocca da vicino, perché riguarda anche le aree industriali.

 

“ANIS è contraria all’idea proposta dal quesito referendario per una questione di semplice buon senso. Per noi tutte le istanze più che legittime, per la tutela del territorio e la salvaguardia dell’ambiente devono prendere le mosse nell’ambito dell’approvazione del piano regolatore. Se c’è la necessità di interventi legislativi in tal senso, devono riguardare questa fase. Una volta superata questa fase, i terreni devono essere assegnati nei tempi che servono alle imprese: chi investe non può attendere anni come è successo finora, non può finire in mezzo a situazioni che spesso entrano nella logica della lotta politica e della contrapposizione tra maggioranza e opposizione. Per questo motivo ANIS è contraria a un quesito referendario che è di natura politica e non risponde ai bisogni del nostro comparto economico”.

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