E’ stato un appuntamento importante, un primo incontro per fare il punto della gravissima situazione che i frontalieri stanno subendo. Una scure a doppio taglio, italiana e sammarinese, ha tranciato di netto il bonus fiscale di 8.000 euro e super tassato le buste paga dei soli frontalieri eliminando la voce spese per la produzione per il reddito.
di Saverio Mercadante
E’ stato un appuntamento importante, un primo incontro per fare il punto della gravissima situazione che i frontalieri stanno subendo. Una scure a doppio taglio, italiana e sammarinese, ha tranciato di netto il bonus fiscale di 8000 euro e super tassato le buste paga dei soli frontalieri eliminando la voce spese per la produzione per il reddito. “Per fare cassa”, come ha candidamente e irresponsabilmente ammesso a Fixing il Segretario di Stato per le finanze, Pasquale Valentini Sabato al Centro Commerciale “I portici” di Rimini assemblea dei frontalieri che lavorano a San Marino autoconvocati attraverso il ‘social’ Facebook e con il passaparola per affrontare innanzitutto il tema bollente del mancato rinnovo del bonus fiscale nel 2012 nel decreto mille proroghe 2011. Assemblea affollata che si è tenuta in contemporanea con quella di Ventimiglia, organizzata dall’associazione Frontalieri Autonomi Intemeli: raggruppa i lavoratori che operano in Francia e a Montecarlo. Presenti circa un migliaio di lavoratori. C’è stato un collegamento telefonico con Ventimiglia salutato dai reciproci applausi dei frontalieri durante il quale sono state lanciate due proposte: l’invio di una delegazione comune a Roma alla Camera dei deputati in prossimità della consueta manovra correttiva di giugno che chieda la reintroduzione della franchigia; la raccolta di firme per una legge ordinaria che regoli definitivamente lo status del frontalierato. E’ stato anche chiesto anche un incontro con Tremonti. Fabrizio Ciavatta uno dei promotori del gruppo dei frontalieri su Facebook ha fatto il punto della gravissima situazione e delle conseguenze che potrebbe avere l’abolizione del bonus fiscale, “gli effetti potrebbero essere molto più devastanti della supertassa perché si ripartirebbe da un’imposizione totale dei redditi”. Si è sottolineata anche a Rimini l’assoluta necessità di una legge ordinaria. Ciavatta ha sostenuto come sia importante in questa fase la costruzione di una serie di alleanze, di amicizie, per fare pressioni sulle istituzioni. Il rapporto con i frontalieri di Ventimiglia va in questo senso. E’ importante altrettanto una maggiore rete di rapporti e di referenti all’interno delle aziende sammarinesi per strutturare e ampliare questo primo nucleo di frontalieri autoconvocati. La discussione ha preso poi avvio e gli interventi sono stati numerosi e appassionati. Molti i temi affrontati e le proposte per incidere e fare pressing nei confronti delle istituzioni italiane e sammarinesi. Dalle differenze con i frontalieri che lavorano in Svizzera che godono di una situazione privilegiata completamente diversa da quella sammarinese e francese, all’importanza che le iniziative abbiano un’eco importante sui media locali e nazionali, ai rapporti con gli organismi europei e con i sindacati. E soprattutto ci si è domandati se non sia il caso che si ricostituisca un’Associazione dei Frontalieri. “Dobbiamo pensarci noi perché il sindacato ha le mani legate”, si è affermato con forza. Si è anche sottolineato che il movimento dovrà essere apartitico. Il tema della legge ordinaria è tornato nel dibattito: “Possono essere d’accordo come nel passato i deputati di maggioranza e opposizione e l’iter di presentazione del testo e di approvazione può essere di qualche mese”. “La franchigia è solo un’elemosina, un ricatto, un’istigazione alla prostituzione”, ha affermato un ex componente dell’ALF. “Siamo troppo pochi ancora e il sindacato su questo tema ha la ‘lentarella’. Noi qui siamo solo in quattro su trenta frontalieri presenti in fabbrica”, ha detto un lavoratore del gruppo Tonelli. Paride Neri, sindacalista della CSU e frontaliere ha difeso il ruolo del sindacato sulla questione del frontalierato e ha rivendicato gli sforzi che sono stati fatti dalla CSU in questi anni per la stabilizzazione dei lavoratori italiani. “Non voglio essere pacifico, io voglio scendere in strada. Abbiamo fatto novanta ore di sciopero per conquistarci la stabilizzazione, ora dobbiamo chiedere una delibera che blocchi anche la supertassa”, ha detto un altro operaio conquistando l’assemblea. C’è stato anche chi nel dopo assemblea ha proposto una sorta di sciopero dei consumi in territorio sammarinese, dal caffè alla benzina. E proprio l’Usot in questi giorni ha lanciato l’allarme. “I frontalieri non comprano più niente a San Marino. Sono discriminati e boicottano”. Ma forse la proposta più interessante nell’assemblea è venuta da un operaio dell’etichettificio Sfinge. “Alla fine è sempre una questione di soldi. Io continuo a pagare la supertassa, continuo a pagare con i miei soldi senza il bonus fiscale. E allora per avere un’incisività dirompente dobbiamo colpirli proprio nei soldi. Una persona che non fa la denuncia dei redditi è un evasore fiscale ma seimila persone che non la fanno diventano un problema nazionale, ha un effetto dirompente straordinario. Disobbedienza fiscale. Possiamo pensare di depositare presso un avvocato, un notaio, una fondazione, i soldi della denuncia dei redditi in attesa che lo stato trovi una soluzione”. E questa potrebbe essere una soluzione anche per la supertassa. Convincere le aziende a mettere i soldi della supertassa in un fondo in attesa che il Governo risolva questa situazione incresciosa che rischia di minare il sistema industriale sammarinese. “Gli operai specializzati sono ricercati anche in Italia, si prende qualche centinaio di euro in meno ma abbiamo molte meno spese e più sicurezze. E molte piccole aziende sammarinesi si stanno trasferendo in Italia”, dicevano in molti all’assemblea dei frontalieri che vedono il loro futuro sempre più nero.