Home NotizieSan Marino Supertassa frontalieri, USOT dice basta: così non comprano più

Supertassa frontalieri, USOT dice basta: così non comprano più

da Redazione

le preoccupazioni dei lavoratori frontalieri ora non sono più solo la preoccupazione di 6 mila famiglie (e dell’ANIS, dalla prima ora sulla barricata contro la "supertassa"). Anche l’USOT esprime la preoccupazione. Anche perché i lavoratori italiani, per necessità o per dispetto, non consumano più sul Titano.

SAN MARINO – I rapporti tra Italia e San Marino pesano sulle tasche e sull’umore dei lavoratori frontalieri. Una realtà con cui si deve fare i conti, perché seimila persone, seimila famiglie, per un Paese di 30 mila anime, rappresentano un peso specifico non da poco.
Così le preoccupazioni dei lavoratori frontalieri ora non sono più solo la preoccupazione di 6 mila famiglie e dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese, che per prima ha sollevato la questione della “supertassa”, che crea disparità e tensioni nelle aziende. Ora anche l’USOT, l’Associazione Sammarinese Operatori del Turismo esprime la propria preoccupazione.
“Il perdurare di polemiche con le Istituzioni italiane, l’impossibilità di trovare un confronto, l’aumento della pressione fiscale sui redditi dei lavoratori frontalieri e l’Imposta Complementare sui Servizi che graverà sui turisti che pernotteranno a San Marino, stanno creando non solo seri danni all’immagine del nostro Paese, ma anche pesanti ripercussioni economiche alle nostre imprese”.
“I lavoratori frontalieri – prosegue l’USOT – stanno già sensibilmente contraendo la loro propensione al consumo all’interno della Repubblica, sia perché si sono visti ridurre notevolmente le loro buste paghe e quindi costretti a rivedere le proprie abitudini, sia perché, giustamente indispettiti, scelgono di non spendere all’interno del nostro Paese. Il rischio è che i frontalieri continuino a boicottare volontariamente le attività commerciali sammarinesi, con il risultato di peggiorare la già grave situazione economica del Paese in generale e delle imprese che l’USOT rappresenta”.
Tutto questo, conferma anche l’Associazione degli Operatori del Turismo, sta creando forti tensioni all’interno delle aziende e non poche difficoltà gestionali. “Ricordiamo infatti che i lavoratori frontalieri sono una categoria che fornisce al nostro settore, con numeri importanti, personale affidabile e qualificato non facilmente reperibile in territorio. La Repubblica di San Marino è da sempre nota per la propria accoglienza, le ultime iniziative del Governo stanno invece screditando lo spirito di ospitalità che ha da sempre contraddistinto il nostro Paese, provocando una profonda disaffezione verso la nostra terra. Il pericolo reale è che il numero di turisti si riduca ulteriormente, producendo seri danni a tutto il sistema economico. Il nostro Paese non può vivere solamente con i sammarinesi e l’autarchia non è certamente una scelta percorribile e fattibile; la nostra economia ha da sempre necessitato dell’apporto dei non sammarinesi, italiani o stranieri che siano. Il dialogo e la collaborazione con chi ci sta intorno sono fattori imprescindibili per la sopravvivenza di San Marino”.
L’USOT quindi si dissocia dal clima di tensione creatosi e dalla decisione di far pagare gli errori della gestione del Paese ai frontalieri, ai turisti ed agli imprenditori sammarinesi, rimandando altre decisioni, forse più impopolari, ma necessarie.
“L’Associazione chiede, quindi, una presa di responsabilità al Congresso di Stato affinché normalizzi al più presto i rapporti con l’Italia, riveda la tassazione dei lavoratori non fiscalmente residenti ed elimini l’applicazione dell’Imposta Complementare sui Servizi sui pernottamenti”.
 

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