Sinistra Unita ha annunciato l’intenzione di presentare in Consiglio un progetto di legge, da approvare con procedura di urgenza, per ripristinare il vincolo dei due terzi (ovvero la maggioranza qualificata) per l’alienazione dei terreni dello Stato ad uso industriale, fermando così l’iter referendario.
SAN MARINO – Il Referendum sull’ipotesi di ingresso di San Marino nell’Unione Europeo è saltato un mese prima dell’apertura delle urne, il referendum voluto per ripristinare il vincolo dei due terzi del Consiglio Grande e Generale per alienare terreni dello Stato ad uso industriale potrebbe fare la stessa fine. Almeno questo è quanto auspica Sinistra Unita che, subito dopo l’apertura della campagna referendaria (è partita sabato), ha annunciato l’intenzione di presentare già questo martedì in Consiglio Grande e Generale un progetto di legge da approvare con procedura di urgenza per ripristinare il vincolo dei due terzi (ovvero la maggioranza qualificata) fermando così l’iter referendario.
“Se la proposta di Sinistra Unita non sarà accolta – fanno sapere da SU – il referendum del 27 marzo per noi si tradurrà forzatamente in un referendum politico, contro questo Governo e contro questa politica”.
Sinistra Unita punta il dito contro l’esecutivo anche per la scelta di “costringere” i cittadini ad andare alle urne il 27 marzo, la domenica successiva al Ponte dell’Arengo, dopo “aver vietato ai cittadini di esprimersi su una questione come l’adesione all’Unione Europea, che poteva di fatto aiutare a risolvere l’isolamento politico del Paese” (fermo restando tuttavia che lo stop al referendum è giunto dai Garanti, che hanno ritenuto che il Governo avesse già fatto tutti i passi sufficienti a livello internazionale per recepire il quesito referendario.
Sinistra Unita, nella sua nota, chiede alla maggioranza di affrontare a viso aperto “la questione delle mafie infiltrate a San Marino nel prossimo Consiglio, mentre “la politica omertosa rimane silente, come lo è da oltre un anno sulla questione sollecitata dall’ANIS nel marzo 2010”, sempre sulla medesima questione.