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Ecco come riattivare il collegamento ferroviario

da Redazione

Crisi. Sempre crisi. E’ questa la questione attorno cui ruota tutta la vita pubblica sammarinese. Di questo parliamo con il Rettore dell’Università di San Marino, Giorgio Petroni. Che dalle colonne di Fixing lancia un’idea alternativa (e meno costosa) rispetto al progetto di metropolitana leggera che vorrebbe ricollegare la Riviera al Titano.

SAN MARINO – Crisi. Sempre crisi. Declinata in mille modi diversi, ma è questo l’argomento principale. E’ questa la questione attorno cui ruota tutta la vita pubblica sammarinese. Di questo parliamo a ruota libera con il Rettore dell’Università di San Marino, Giorgio Petroni. Che dalle colonne di Fixing lancia un’idea alternativa (e meno costosa) rispetto al progetto di metropolitana leggera che vorrebbe ricollegare la Riviera al Titano.
La crisi ha avuto ricadute negative sulla vita dell’Università?
“Nonostante l’incredibile aggressione mediatica subita nei mesi scorsi da parte della Repubblica, con conseguente deterioramento della sua immagine, non abbiamo subito danni. I nostri studenti sono addirittura in aumento e molteplici sono i segni di attenzione e considerazione nei nostri confronti che ci vengono da colleghi ed Università italiane. Appena due settimane fa nella sala napoleonica dell’Università statale di Milano abbiamo ricevuto, nel corso di un Convegno di storici sul ‘bellum iustum’, calde espressioni di stima dalle Autorità accademiche di questo importante Ateneo. Erano dirette ai colleghi della nostra Scuola superiore di studi storici e personalmente, pur non avendo alcun merito particolare in questo settore, ho avvertito un forte moto di orgoglio. Tenga presente che io risiedo a Milano”.
Come procedono i vostri corsi di laurea?
“Non possiamo per nulla lamentarci. Vedo infatti che i nostri laureati sia in Disegno industriale sia in Ingegneria civile non hanno problemi per trovare una occupazione. Di questi tempi ciò non è poco”.
Che valutazione date, Voi Professori, della crisi di San Marino?
“Penso di poter dire, anche a nome dei colleghi, che soffriamo anche noi molto per questa situazione. Ci è sembrata, in particolare, superficiale e ingiusta la campagna di aggressioni condotta contro San Marino dai media italiani ed internazionali nei mesi scorsi. È evidente che l’immagine che si è voluta accreditare di San Marino come centro di criminalità economica offende anche noi che passiamo ormai molta parte della nostra settimana in Repubblica. Il nostro lavoro di ricercatori ci sollecita ad avere coraggio e tenacia nel dare un contributo alla crescita della nostra Università. Vorremmo trasmettere questi sentimenti anche alla classe dirigente sammarinese (politici, imprenditori, professionisti, organizzazioni dei lavoratori ecc.). Sappiamo infatti, traendo spunto da vicende storiche analoghe, che è necessario reagire, per uscire dalla crisi, con decisioni innovative e quindi molto coraggiose. Anzi sono proprio le crisi che spesso hanno generato nuovi meccanismi di di progresso. È appena il caso di ricordare al riguardo le formidabili innovazioni, anche nel tessuto amministrativo pubblico, introdotte dallo staff del Presidente Roosevelt per superare la grande crisi americana del 1929. Valga per tutte rievocare la creazione della Tennessee Valley Authority che in trent’anni ha generato ricchezza e benessere in uno dei territori più poveri e desolati del Sud degli USA”.
Come Università avete dei progetti da suggerire per la ripresa e lo sviluppo economico di San Marino?
“Non spetta ovviamente al-l’Università affrontare questo tipo di problemi. Possiamo tuttavia, per quanto ci riguarda, offrire alcune nostre conoscenze ed il risultato di qualche nostra ricerca”.
Per esempio?
“Un esempio appunto: noi riteniamo, e non solo noi naturalmente, molto importante riattivare il collegamento ferroviario con Rimini. L’analisi tecnico-economica effettuata dai colleghi del Corso di laurea in Ingegneria con la collaborazione di alcuni funzionari delle Ferrovie italiane suggerisce il recupero del vecchio tracciato. Nel tratto di competenza di San Marino il problema maggiore è costituito dalla necessità di effettuare un paio di bypass, ma si tratta di un problema comunque risolubile. Documenti alla mano possiamo far rilevare che il costo della riattivazione per San Marino non dovrebbe superare i 42 milioni di euro”.
Non sarà facile per lo Stato sammarinese trovare questa somma, oggi in particolare…
“Si tratta di un costo ragionevole che potrebbe essere finanziato ricorrendo allo schema ‘pubblico-privato’ che si sta diffondendo rapidamente anche in Italia. Si potrebbe al riguardo trasformare l’Azienda di servizi sammarinesi in società di capitali. Le azioni relative potrebbero essere riservate ai soli cittadini sammarinesi anche se lo Stato dovrebbe detenere il controllo della Società, con il 51% del capitale. Si potrebbero così conseguire due vantaggi: ricavare dalla cosiddetta ‘privatizzazione’ una somma pari a circa i due terzi del costo della riattivazione della ferrovia. Il terzo residuo potrebbe essere ottenuto con un mutuo, per esempio venticinquennale, concesso dalla Banca per lo sviluppo, l’Istituto bancario che fa capo al Consiglio di Europa, di cui San Marino è membro stimato. I cittadini della Repubblica nell’attesa di ottenere un equo ritorno del proprio investimento solleciterebbero sicuramente il management della società ad ottimizzare la sua efficienza”.
Perché gli studi precedenti non hanno considerato questa ipotesi?
“A questa domanda non saprei rispondere. L’ipotesi prevalente considerata dai precedenti studi è stata quella relativa alla cosiddetta ‘metropolitana leggera’, sicuramente molto costosa”.
Lei ha parlato di esperienze italiane realizzate seguendo lo schema pubblico-privato.
“Certamente. Posso indicare un proposito la realizzazione di una parte, la nuova sede dei Laboratori, del Politecnico di Torino e del nuovo Policlinico di Perugia nell’area ‘Monteluce’. È possibile trovare riferimenti al riguardo anche su internet”.
Altri progetti in cantiere?
“Se vi sarà interesse da parte dei vostri lettori per conoscere altre nostre proposte potremmo, in una prossima occasione, parlare dell’avvio del Parco scientifico, ormai prossimo, e di un eventuale altro progetto relativo al cosiddetto turismo scientifico”.
 

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