Incrociano le dita i lavoratori frontalieri a San Marino.Perché oggi pomeriggio il Collegio Garanti discuterà l’istanza presentata dala CSU e firmata da 27 consiglieri circa l’incostituzionalità dell’art. 56 della Finanziaria, quello che istituisce la cosiddetta "supertassa" per i frontalieri.
SAN MARINO – Incrociano le dita i lavoratori di San Marino. Sicuramente tutti i frontalieri e forse anche qualche sammarinese, perché dalla situazione scaturita dall’articolo 56 della Legge Finanziaria dello scorso dicembre a rimetterci sono un po’ tutti, perché il clima sui luoghi di lavoro non ha certo giovato delle conseguenze della cosiddetta “supertassa” che va a colpire i lavoratori italiani nelle imprese del Titano.
Tengono le dita incrociate, dicevamo, perché oggi pomeriggio è in programma a Palazzo Pubblico la discussione dell’Istanza, da parte del Collegio Garanti, sulla proposta di incostituzionalità del provvedimento, proposta dalla Centrale Sindacale Unitaria tramite ricorso firmato da 27 membri del Consiglio Grande e Generale. Sul tavolo, oggi pomeriggio, c’è anche una seconda istanza, quella (sottoscritta da 25 consiglieri) contraria ai pensionamenti forzati nella PA (art. 72), altra battaglia iniziata dal sindacato di pari passo con quella per i frontalieri.
ISTANZA TASSA FRONTALIERI
Oltre a richiamare le norme costituzionali sammarinesi sulla parità di diritti, si evidenzia anche che l’ordinamento sammarinese ha recepito le convezioni internazionali sui diritti dell’uomo. Tra queste, l’art. 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, stabilisce che il godimento dei diritti riconosciuti “deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sull’origine nazionale o sociale”. Tale articolo, così come tutta la Convenzione Europea, fa parte integrante dell’ordinamento sammarinese, con valenza di legge costituzionale. Uno dei principi sanciti dalla Carta dei Diritti, si legge nell’istanza, “è stato in realtà tradito in tutta la sua portata e in realtà radicalmente ignorato con la conseguenza di creare disparità e disuguaglianze di trattamento, che finiscono per provocare in un’unica classe di individui sostanziali squilibri e dislivelli nel trattamento economico e retributivo, oltre che tributario.”
Come segnalato già un paio di settimane fa proprio da San Marino Fixing, sotto i riflettori c’è anche l’Accordo di cooperazione doganale firmato dalla Repubblica di San Marino e dalla Comunità Economica Europea (l’attuale UE) nel 1991 ed entrato in vigore nel 2002. L’articolo 20 dell’Accordo prevede, in piena reciprocità, “un regime privo di qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità per quanto riguarda le condizioni di lavoro e di retribuzione”. (LEGGI L’APPROFONDIMENTO DI FIXING)
ISTANZA PENSIONAMENTI FORZATI
Tra le altre cose, richiama la legge di riforma pensionistica (157/2005), che innalza il limite dell’età pensionabile a 65 anni, riconoscendo a tutti, senza nessuna distinzione, il diritto di conseguire il pensionamento a questa età. Una norma che ha lo scopo, oltre che di assicurare una sostenibilità di lungo periodo nel sistema pensionistico, anche “quello di ripristinare una situazione di uguaglianza per tutti i destinatari del sistema”. L’art. 72 della finanziaria altera la proclamata uguaglianza, “senza trovare un aggancio ragionevole per giustificare la modifica”. La necessità di sistemare i conti pubblici, si legge nell’istanza, “non è compatibile con soluzioni discriminatorie e diseguali, soprattutto non rispettose di principi fondamentali”. E neppure il decreto che l’Esecutivo ha approvato dopo la Finanziaria ripristina il diritto di facoltatività al pensionamento.
I DUE APPUNTAMENTI DI OGGI
La prima istanza (art. 56) sarà discussa alle 15.30, la seconda (art. 72) alle 16.00. Lo ha stabilito il Presidente del Collegio Garanti, con due specifici decreti, dopo che nelle settimane scorse le istanze erano state giudicate ammissibili.