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Donne come Anita Donne dopo Anita

da Redazione

Mi piacerebbe che una donna camminasse per strada stretta nel suo cappotto per il freddo, ma non per la paura. Che potesse essere libera di fare tutto, e che in questa libertà scegliesse sempre la dignità. Di Simona B. Lenic.

Si parla così tanto di donne in questo periodo, che sinceramente non credo che qualcuno sentisse l’esigenza di un nuovo – ennesimo – articolo. Ma poi ho pensato che l’8 marzo è la festa delle donne, e ancora di più ho pensato che il 17 marzo si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia e il mio pensiero è andato chiaramente a Garibaldi, ma ancora di più ad Anita, eroina del Risorgimento, ma soprattutto una donna come poche al mondo. E allora ci tenevo a sottolineare che la categoria di “donne come poche al mondo” non si è esaurita con la sua morte nel 1849. Il mondo è andato avanti. E così le sue donne.

 

di Simona B. Lenic

Mi piacerebbe che una donna camminasse per strada stretta nel suo cappotto per il freddo, non per la paura.
Mi piacerebbe che una donna potesse tremare di felicità all’idea di avere una figlia, e non di terrore per quello che potrebbe capitarle.
Mi piacerebbe che una donna non fosse un filo d’erba in un fascio stantio, perché è quello che lei fa che definisce chi è, non quello che fanno gli altri. O le altre. E nemmeno quello che gli altri pensano o pretendono.
Mi piacerebbe che una donna credesse nell’ispirazione, credesse di essere ispirazione. Lei che può ispirare uomini e popoli, una famiglia o una generazione, e non come una musa immobile e distaccata, ma come chi per prima – e senza avere nulla in mano – sa accendere il fuoco e con sforzi da raffinata equilibrista sa mantenerlo acceso. Anche sotto gli sputi. Anche sotto gli anni.
Mi piacerebbe che una donna potesse essere libera di fare tutto – libera di essere e diventare – e in questa libertà scegliesse sempre la dignità.
Mi piacerebbe che una donna non fosse un’imitazione del maschio. Ma mi piacerebbe anche che fosse molto di più di una femmina.
Mi piacerebbe che in ogni donna abitasse una determinazione e una forza che non dimenticano mai la dolcezza, che preserva la sua più profonda bellezza.
Mi piacerebbe che una donna sapesse accadere, come accadono le stagioni e le imprese storiche, che cominciano così piano, così da lontano, che quasi non te ne accorgi, che quasi non le prendi in considerazione, ma intanto accadono, lavorano e vivono, e trasformano, e si trasformano.
E un po’ mi dispiace. Mi dispiace per tutti quelli che non ci credono, per quelli (e quelle) che non credono che una donna possa essere poi questa gran cosa, per quelli che non credono che in una donna viva questa gran volontà, questo vivo desiderio, per quelli che di una donna non colgono i silenzi, gli sguardi accesi e poi subito quieti, il suo fare nascosto a occhi ciechi, il suo fare perpetuo a occhi onesti. Mi dispiace. Mi dispiace perché anche se loro non ci credono, le donne accadono e dopo nulla sarà più come prima.

www.simonalenic.it

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