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San Marino, dopo i soldi arrivano anche i camorristi

da Redazione

Intervista esclusiva di San Marino Fixing a Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Caponnetto. “Non credo ci sia il rischio che ci scappi il morto, ma mai abbassare la guardia”. La Fondazione Antonino Caponnetto ha deciso convocare un vertice internazionale antimafia per il prossimo 15 aprile a San Marino sul tema della visione globale del fenomeno mafioso.

di Saverio Mercadante

 

“La situazione che si è venuta a creare con l’ultima operazione Vulcano dimostra che il luogo comune che esisteva a San Marino, ‘dopo i soldi che i camorristi investono non arrivano i camorristi’, sia stata superato dagli eventi. Dove le mafie investono i loro soldi o li nascondono, arrivano prima o poi sempre i mafiosi”. Non usa mezze misure, Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto. Dal 1992 fino al 6 dicembre 2002, Calleri è stato uno dei più stretti collaboratori di Antonino Caponnetto. È membro della Fondazione Sandro Pertini. Vive e lavora a Firenze. E la realtà del Titano la conosce bene. “E’ un’affermazione che ho sottolineato con forza sin dal 2008 nei vari convegni. Con entrambi i Governi sammarinesi, con il Segretario di Stato alla Giustizia precedente che con quello attuale, due ottime persone. Perché la Fondazione Caponnetto è presente sul territorio sammarinese a prescindere da chi governa. L’allarme, quindi, da noi era stato già lanciato da tempo”. “A maggior ragione – continua nella sua analisi il Presidente – San Marino non deve abbassare la guardia: sono arrivati anche i cosiddetti mafiosi operativi di strada. Abbiamo i colletti bianchi che in parte ci sono sempre stati, ma ora abbiamo anche quelli che sono venuti a fare le estorsioni, usura, che operano praticamente sul territorio, e tentano di prendere anche le finanziarie”. “Dobbiamo stare molto attenti, dobbiamo vigilare. Per questo – annuncia Salvatore Calleri – la Fondazione Antonino Caponnetto ha deciso convocare un vertice internazionale antimafia per il prossimo 15 aprile a San Marino sul tema della visione globale del fenomeno mafioso. In doppia lingua: italiano e francese. Ci saranno numerosi esponenti del movimento antimafia italiani e francesi e il convegno sarà presieduto da Pier Luigi Vigna”. Hanno molto colpito le affermazioni dei vertici della Guardia di Finanza: ‘Finché non ci sarà un omicidio eccellente, San Marino non si renderà conto di quanto sia grave la situazione’. “Non le ho lette direttamente ma io credo che una parte di San Marino se ne renda conto, mentre esiste un’altra parte che non ha la stessa consapevolezza della pericolosità della situazione, questo trasversalmente nelle varie forze politiche”. “E’ una realtà ricorrente di fronte alle infiltrazioni mafiose, c’è chi è più sensibile e chi meno. Io non credo comunque che esistano a San Marino le condizioni per cui si arrivi a un omicidio di tale tipo: Ciò non toglie che la soglia dell’attenzione deve rimanere altissima: la situazione dell’Emilia Romagna e quindi di conseguenza anche di San Marino e viceversa, non è assolutamente bella. Pensiamo solo a Reggio Emilia e all’insediamento ormai decennale della ‘ndrangheta, i cosiddetti cutresi, i calabresi che a migliaia sono arrivati da Cutro”. “Io invito tutti, a prescindere dai ruoli – afferma con forza il Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto – dalla maggioranza all’opposizione, ad essere uniti nella diversità, contro questi fenomeni. Bisogna dare una grandissima prova di compattezza istituzionale: serve a fare da baluardo al fenomeno mafioso a San Marino. Quest’ultima inchiesta, lo ripeto, dimostra che non ci sono più solo i colletti bianchi. Perché il luogo comune è: io posso prendermi i soldi dei mafiosi tanto i mafiosi non arrivano. Non è vero. Poi, i mafiosi in carne ed ossa arrivano. E l’operazione Vulcano lo dimostra. San Marino non è una realtà distaccata, in questo senso. E si mette quindi a rischio anche la sovranità. Io sono convinto che i vaccini ci siano all’interno della Repubblica di San Marino, ma non bisogna mai, mai abbassare la guardia. C’ è una nuova legislazione, ma siamo solo a metà del cammino”.

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