Più aziende ma un po’ meno dipendenti. Dopo circa un mese, si è riunita, per la seconda volta nel 2011, la Commissione CIG: le aziende che hanno fatto domanda dell’ammortizzatore sociale, a febbraio 2011, sono state 131; i lavoratori dipendenti ancora sopra “quota mille”: 1.111.
di Alessandro Carli
Più aziende ma un po’ meno dipendenti. Dopo circa un mese, si è riunita, per la seconda volta nel 2011, la Commissione CIG. Rispetto al mese di gennaio, l’incontro di giovedì 24 febbraio ha tratteggiato un quadro a due velocità: rispetto al mese di gennaio infatti le aziende che hanno fatto domanda dell’ammortizzatore sociale sono aumentate di otto unità, passando da 123 a 131. In calo invece i lavoratori dipendenti, che – seppur sempre sopra la quota psicologica di 1.000 – sono scesi da 1.244 unità a 1.111 (-133). Esattamente un anno fa, le aziende che avevano aperto le procedure per la Cassa Integrazione Guadagni erano state 121 (due in meno rispetto a febbraio 2011), per un totale di 1.302 dipendenti (più 191 dipendenti rispetto agli ultimi dati forniti dalla Commissione sul secondo mese del 2011). La prossima riunione della Commissione CIG è prevista per il 24 marzo 2011.
Rimini, la CIG si abbatte sui lavoratori
Lacrime e sangue, sotto il cielo di Rimini. Sono stati presentati i dati relativi al 2010, e c’è poco da stare allegri. Rispetto al 2009, i lavoratori in CIG sono infatti raddoppiati, passando da 1.600 a 3.200 unità. Più che raddoppiate anche le ore di Cassa Integrazione Guadagni: se il 2009 si era chiuso con 3.229.049 ore, il 2010 ha addirittura sfiorato quota 8 milioni (per l’esattezza 7.914.335). All’ombra dell’Arco d’Augusto il sole brilla sui lavori per l’ampliamento dell’autostrada A14, che sta aiutando sensibilmente il settore edile, mentre mostrano grandi sofferenze l’artigianato, il manifatturiero e l’industria. Per uscire dalla palude, la città rivierasca deve puntare sull’economia verde, sulla sicurezza e sulla guerra al lavoro nero.
Il datore ha l’obbligo di comunicare i criteri
La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione, con sentenza n. 4053 del 18 febbraio 2011, ha ribadito che, pur dopo l’entrata in vigore del D.P.R. n. 218 del 2000 (relativo alla semplificazione del procedimento per la concessione del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria), sussiste l’obbligo del datore di lavoro, ai sensi dell’articolo 5 della L. 164 del 1975, di comunicare alle rappresentanze sindacali aziendali i criteri di individuazione dei lavoratori da porre in cassa integrazione e le modalità della rotazione. La Suprema Corte sottolinea come dalla sovrapposizione delle due fonti normative (art. 1 della L. 223 del 1991 e art. 2 del D.P.R. 218 del 2000) nasca il problema del coordinamento della disciplina della fase di avvio della procedura di ammissione alla CIGS. I rapporti tra le due fonti sono stati definiti dalla giurisprudenza nel senso che la disciplina del DPR n. 218 non abroga la L. 223 e lascia quindi intatti gli oneri di comunicazione fissati dall’art. 1 della legge citata. Inoltre il DPR n. 218 ha lo scopo di semplificare il procedimento amministrativo che consente l’autorizzazione della CIGS e non di alterare il complesso di garanzie assicurato dalla L. 223/1991 a tutela dei singoli lavoratori e delle organizzazioni sindacali. In conclusione, la Corte afferma che il provvedimento di sospensione dall’attività lavorativa è illegittimo qualora il datore di lavoro, sia che intenda adottare il meccanismo della rotazione sia nel caso contrario, ometta di comunicare alle organizzazioni sindacali, ai fini dell’esame congiunto, gli specifici criteri, eventualmente diversi dalla rotazione, di individuazione dei lavoratori che devono essere sospesi.