L’invito a pranzo di Gates e Buffet.
E’ sempre difficile dire no ad un invito a pranzo ed è ancora più difficile quando l’invito arriva da due miliardari del calibro di Bill Gates (fondatore di Microsoft) e Warren Buffet (guru della finanza e a capo della holding Berkshire Hathaway). Essi, non sono due miliardari qualunque ma coloro i quali, più volte, si sono scambiati lo scettro che spetta all’uomo più ricco d’America. Una volta, poi, che ci si è seduti a tavola, diventa ancora più difficile dire no ad una proposta avanzata da loro: accettare di lasciare almeno il 50% della propria fortuna ad organizzazioni caritatevoli. Anche perché l’invitato a pranzo, a sua volta, è sempre un miliardario. Le cose per ora funzionano, la lista dei miliardari filantropi è arrivata a quota 40 grazie ad una serie di pranzi organizzati, nell’ultimo periodo, da Bill Gates e da Warren Buffet. Oggi nella lista, insieme ai nomi meno famosi, ne spiccano altri famosissimi, come il sindaco di New York, Michael Bloomberg (che da solo vale 18 miliardi di dollari), Larry Ellison (il cofondatore di Oracle che vale 28 miliardi di dollari), il banchiere David Rockefeller (2,2 miliardi), come anche Ted Turner (un mostro sacro nel settore dei media, vale 4,8 miliardi). Tutti e quaranta hanno confermato di essere pronti a lasciare almeno il 50% dei loro averi (da vivi o da morti) alle associazioni caritatevoli. Già gli stessi ideatori dell’iniziativa, comunque, valgono una fortuna: Bill Gates viaggia sui 53 miliardi di dollari, mentre Warren Buffet si posiziona sui 47 miliardi ed ha promesso che donerà il 99% della sua fortuna. Una mossa questa che serve anche per migliorare l’appeal dei miliardari dopo il disastro finanziario del 2008 – notano molti commentatori finanziari – ma è innegabile che si tratti di un impegno non da poco. L’obiettivo di Gates e Buffet è quello di coinvolgere tutti i 400 miliardari indicati nella lista che ogni anno mette a punto la rivista Forbes. Le stime rivelano che se tutti aderissero all’iniziativa, anche solo con la metà delle loro ricchezze, sul piatto ci sarebbero qualcosa come 600 miliardi di dollari in dono, in pratica il doppio dei 300 miliardi dati in beneficenza da tutti gli statunitensi messi assieme. La strada però è ancora lunga.