Non c’è pace nella corrida sociale spagnola.
di Saverio Mercadante
Non c’è pace nella corrida sociale spagnola. Il matador è sempre più senza lavoro. Il toro si riposa, ma lui e altre 4,3 milioni di persone sono disoccupati: su base annuale sono aumentati di quasi 170.000 unità (+4%). Ma c’è una storia che ha fatto innervosire più di ogni altra cosa lo spagnolo senza lavoro, senza casa (ora in mano alle banche ma con un valore reale magari dimezzato). La notizia l’ha tirata fuori El País, il più diffuso quotidiano di Spagna. Exxon Mobil Spain, filiale della più grande corporation del Pianeta (383 miliardi di dollari di ricavi annuali), ha accumulato negli ultimi due anni 9.907 milioni di euro di profitto lordo. Ed altrettanti di profitto netto. Translation: ha versato esattamente zero euro di tasse. E non manca ovviamente l’aspetto comico: quante persone lavorano per Exxon Spain? Una. Alla quale la compagnia versa appena 44 mila euro all’anno. Colpa di un regime fiscale favorevole che ha trasformato il Paese in vero e proprio paradiso fiscale. Il principio della legge: impedire che una corporation paghi le tasse contemporaneamente sia sui profitti della casa madre sia su quelli della filiale. Un esempio: nel 2009 la ExxonMobil Luxembourg ha versato alla sua azionista Exxon Mobil Spain un dividendo di 3,65 miliardi. Grazie alla normativa contro la doppia tassazione tale cifra non è stata sottoposta al prelievo. La stessa holding spagnola ha successivamente girato due tranche di 2,26 e 1,38 miliardi rispettivamente alla casa madre statunitense ottenendo a rigor di legge la completa esenzione fiscale. Multinazionali come Google (che ha holding tra Olanda, Irlanda e il resto del mondo che le permettono di subire negli Usa un’imposizione reale del 2,4%) ma anche Vodafone, Hewlett Packard, American Express e General Mills usano le stesse strategie contabili.
