Ecco la lettera che Andrea Della Marchina ha inviato al presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. La missiva ha suscitato l’attenzione e l’interessamento del presidente Napolitano, che ha chiesto all’Ambasciata Italiana a San Marino di incontrare Della Marchina a nome di tutti i frontalieri.
Ecco la lettera che Andrea Della Marchina ha inviato al presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. La missiva ha suscitato l’attenzione e l’interessamento del presidente Napolitano, che ha chiesto all’Ambasciata Italiana a San Marino di incontrare Andrea a nome dei seimila frontalieri occupati sul Titano.
Onorevole Presidente della Repubblica Italiana,
Le scrivo questa lettera per portare alla Sua conoscenza un ennesimo episodio di razzismo, il quale meriterebbe di esser portato anche, secondo me, all’attenzione dell’opinione pubblica. Chi Le scrive è un cittadino italiano che vive a Rimini, e che tutti i Santi giorni insieme ad altri seimila italiani provenienti per lo più dalle provincie di Rimini, Forlì-Cesena e Pesaro, varca il confine dell’ Antica Terra della Libertà, titolo con cui ama fregiarsi la piccola ma molto discussa Repubblica di San Marino, e per il fatto di varcare una frontiera, che di fatto esiste solo sulla carta, veniamo definiti frontalieri.
Anche San Marino in questo ultimo periodo, sull’onda della crisi economica mondiale e all’ inasprimento dei rapporti con l’Italia, inasprimento dovuto ai fatti di cronaca ormai tristemente noti, dei quali Lei Signor Presidente è sicuramente a conoscenza, si trova a fare i conti per la prima volta dopo decenni, con un buco nei forzieri di Stato. Per far fronte a questo buco, nell’ultima Finanziaria, che è stata approvata a dicembre 2010, lo Stato di San Marino ha votato con esito positivo un articolo (art.56) con il quale va ad aumentare la trattenute in busta paga (si parla di circa 10% sul netto) ai soli lavoratori frontalieri, categoria che non ha peso politico, e di cui si è sempre parlato poco e curato poco sia a livello di istituzioni sammarinesi e purtroppo anche italiane. Alla luce di tutto questo noi lavoratori italiani, costretti ad andare all’estero per trovare un occupazione, ci poniamo alcune domande: siamo noi frontalieri il motivo della crisi economica sammarinese? Lo Stato di San Marino è giusto che faccia rivalsa solo sui lavoratori italiani per ripianare il proprio bilancio?
Vorrei ricordarLe solo una cosa Signor Presidente: San Marino ha firmato un documento quale membro dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) secondo il quale s’impegna a trattare i lavoratori di qualsiasi Stato europeo alla stregua di quelli sammarinesi, con pari diritti e doveri, e viceversa.
L’Italia non fa parte dell’Europa? Non Le sembra una discriminazione questa da parte di uno Stato su di una minoranza? Minoranza che lavora e produce a San Marino per San Marino. Voglio portare alla Sua cortese attenzione Signor Presidente, che al confine di Stato fra San Marino e Italia, che si varca sulla SS72 Consolare Rimini-San Marino, campeggiano a grandi lettere queste parole, "BENVENUTI NELL’ANTICA TERRA DELLA LIBERTA’".
Augurandomi che la richiesta di aiuto mia e degl’ altri seimila miei colleghi possa essere ascoltata La ringrazio per l’attenzione e Le porgo i miei più rispettosi ossequi.
Un Frontaliere
L’incontro tra il frontaliere e l’ambasciatore Marini, per la cronaca, è avvenuto lo scorso 28 febbraio.