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Blocco dei rapporti italo-sammarinesi e della tassa sui lavoratori frontalieri

da Redazione

Blocco dei rapporti italo-sammarinesi e della tassazione dei lavoratori frontalieri. E’ durato un’ora il faccia a faccia tra il Consiglio sindacale di San Marino-Emilia-Romagna-Marche (CSIR) e la Commissione Affari Esteri della Camera. Ecco cosa è "uscito".

Blocco dei rapporti italo-sammarinesi e la tassazione dei lavoratori frontalieri. E’ durato un’ora il faccia a faccia tra il Consiglio sindacale di San Marino-Emilia-Romagna-Marche (CSIR) e la Commissione Affari Esteri della Camera. “Un impegno concreto per sbloccare i rapporti tra Italia e San Marino”, questo l’appello del CSIR e dei segretari Tamagnini (CSdL) e Tura (CDLS) al tavolo del confronto romano. Appello raccolto dal presidente della Commissione Esteri, Stefano Stefani, che ha assicurato il suo intervento presso il ministro dell’Economia Tremonti e quello degli Esteri Frattini. Stefani ha inoltre aggiunto che sulla questione frontalieri è necessario aprire un tavolo specifico, slegato cioè dalla complessità e dai vincoli, soprattutto sul fronte del segreto bancario, che stanno frenando i rapporti tra i due Stati. I temi del vertice romano sono condensati in lunga lettera consegnata al presidente della Commissione parlamentare. Nella missiva, il Consiglio Sindacale Interregionale ha evidenziato i pesanti contraccolpi economici derivati dal blocco dei rapporti bilaterali, sottolineando che l’area interessata è molto vasta che coinvolge molti Comuni romagnoli e marchigiani. “Lo stallo diplomatico fra i due Paesi – scrive il presidente CSIR, Luca Montanari- sta paralizzando l’economia della Repubblica di San Marino, con pesanti ripercussioni anche sui territori delle due regioni confinanti. Sono oltre 6.000 i lavoratori italiani occupati nelle aziende sammarinesi, numero che si amplia considerevolmente se si tiene conto delle famiglie interessate e dell’indotto economico e occupazionale derivato dagli stretti legami economici con la Repubblica del Titano”. Da qui il forte auspicio di “incontrare la vostra disponibilità al fine di far ripartire il dialogo fra i due Paesi, per giungere alla firma dell’accordo bilaterale in materia di doppie imposizioni”. Il Consiglio sindacale ha quindi spostato l’attenzione sul nodo irrisolto della tassazione dei frontalieri, giudicando ormai “insostenibile” l’incertezza fiscale in cui vivono migliaia di lavoratori: “La mancata firma degli accordi ha di fatto introdotto dal 2003 la doppia tassazione dei redditi frontalieri, mitigata da una franchigia il cui importo di 8.000 euro è fermo da sette anni e in scadenza nel 2011. Purtroppo è di questi giorni la notizia che nel decreto Milleproroghe non c’è traccia del rinnovo. Se questo provvedimento non fosse reiterato entro quest’anno, i redditi da lavoro transfrontaliero subirebbero un ulteriore aggravio di oltre 2.000 euro annui”. A complicare il quadro, è arrivata la nuova tassazione decisa dal Governo di San Marino con la finanziaria approvata lo scorso dicembre. “L’art. 56 della Legge di Bilancio – continua il CSIR – taglia del 9% le buste paga dei frontalieri, decurtazione che solo in parte potrà essere recuperata in fase di dichiarazione dei redditi. Nello specifico, questa norma abroga la deduzione della quota spese produzione reddito per i soli lavoratori fiscalmente non residenti, modificando le retribuzioni tra sammarinesi e italiani e non garantendo così parità di trattamento tra lavoratori con lo stesso contratto e la stessa mansione”. Il Consiglio Sindacale Interregionale ha quindi chiesto alla Commissione Esteri della Camera “un impegno concreto per agevolare il dialogo diplomatico fra i due Paesi”, con il doppio obiettivo di “normalizzare i rapporti bilaterali”, ridando quindi fiato all’economia, e di sollecitare il Parlamento italiano “affinché introduca in una legge ordinaria il trattamento fiscale dei redditi da lavoro frontaliero”.

 

c.s.

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