Non si ferma l’inchiesta che vede coinvolto Giulio Lolli. Dopo l’arresto in Libia (a metà gennaio), il patron di Rimini Yacht vede – giorno dopo giorno – assottigliarsi il suo patrimonio. Ultimo, in ordine di data, un Atlantis 53, sequestrato giusto ieri: un’imbarcazione del valore di circa 2 milioni di euro.
Non si ferma l’inchiesta che vede coinvolto Giulio Lolli. Dopo l’arresto in Libia (a metà gennaio), il patron di Rimini Yacht vede – giorno dopo giorno – assottigliarsi il suo patrimonio. Ultimo, in ordine di data, un Atlantis 53, sequestrato giusto ieri: un’imbarcazione del valore di circa 2 milioni di euro. Non si ferma l’inchiesta che vede coinvolto Giulio Lolli. Dopo l’arresto in Libia (a metà gennaio), il patron di Rimini Yacht vede – giorno dopo giorno – assottigliarsi il suo patrimonio. Ultimo, in ordine di data, un Atlantis 53, sequestrato giusto ieri: un’imbarcazione del valore di circa 2 milioni di euro, intestata a due diversi proprietari, entrambi cittadini italiani. Lo yacht – da quanto si apprende – era stato immatricolato in due diverse località: sia al registro nautico di Grado che a quello di Cesenatico. Insomma, la frode della “doppia intestazione” può essere realizzata anche tra registri nautici di uno stesso Stato. Questo raggiro avrebbe indotto le autorità di settore a valutare l’ipotesi di istituire un registro unico nazionale. Nel frattempo Giulio Lolli è ancora in Libia, in attesa di essere estradato.