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San Marino e il museo nascosto

da Redazione

Lancio di San Marino Fixing numero 6, in edicola dall’11 febbraio. Una collezione di 750 opere abbandonata dallo Stato: milioni di euro in preda all’incuria e al degrado. Sul Titano Emilio Vedova, 5 quadri di Guttuso, 2 di Remo Brindisi, 5 di Achille Perilli, acquisiti insieme a Vedova dal 1979 al 1983 come risulta dalla relazione di bilancio di previsione del 1984. C’è anche un Bruno Rosai negli uffici. E poi opere di artisti della transavanguardia, Cucchi Chia e De Maria, un Cattelan e tanto altro ancora…

di Saverio Mercadante

 

Mentre un Governo di ispirazione cristiano-popolare per ripianare il deficit dello Stato sceglie di divorarsi con noncuranza ben più di una mensilità della fascia più bassa dei frontalieri, gente da 1.500 euro al mese con due, tre figli a carico – il tutto per recuperare una decina di milioni di euro appena – lo stesso Stato condanna all’incuria e all’invisibilità una collezione di 750 opere dei maggiori protagonisti dell’arte moderna e contemporanea del valore di milioni di euro. Eppure l’oro di questo Paese dovrebbe essere anche il suo patrimonio artistico, da valorizzare in una sede idonea. Così potrebbe diventare un formidabile motivo di attrazione. Certamente la più importante è un’opera di Emilio Vedova del 1954, “Foresta Vergine. Dal Diario del Brasile”. Un olio su tela del 1958, più o meno delle stesse dimensioni, è stato battuto da Christie’s, la famosa casa d’aste londinese, a 910 mila dollari. Nella collezione dello Stato sammarinese sono presenti anche 5 quadri di Guttuso, 2 di Remo Brindisi, 5 di Achille Perilli, acquisiti insieme a Vedova dal 1979 al 1983 come risulta dalla relazione di bilancio di previsione del 1984. C’è anche un Bruno Rosai negli uffici. E poi opere di artisti della transavanguardia, Cucchi Chia e De Maria, un Cattelan e tanto altro ancora…

 

L’articolo integrale su Fixing n. 6, in edicola dall’11 febbraio.

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