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San Marino, Alberto Chezzi A proposito di leadership

da Redazione

Avere le idee chiare nella vita non fa mai male. Così come una leadership forte, ossia la capacità di chi ricopre posizioni preminenti di relazionarsi con il gruppo, è indispensabile per raggiungere gli obiettivi prefissati. Non sembra però che questa teoria si possa applicare nella Repubblica di San Marino.

Avere le idee chiare nella vita non fa mai male. Così come una leadership forte, ossia la capacità di chi ricopre posizioni preminenti di relazionarsi con il gruppo, è indispensabile per raggiungere gli obiettivi prefissati. Non sembra però che questa teoria si possa applicare a San Marino. Nelle regole della leadership vi è anche quella della trasparenza, almeno nell’azione. Non vi è nulla da dover nascondere anzi, tutt’altro, è importante che il gruppo sia consapevole dove si stia andando in maniera tale che tutti operino nel senso voluto. Non sembra però che questa teoria si possa applicare a San Marino. Il nostro sembra, almeno esternamente e da non addetti ai lavori, un bus che va avanti per inerzia, senza autista e senza meta finale. Prima delle modifiche alla Dichiarazione dei diritti, era riconosciuta a tre Segreterie, esteri, interni e finanze, una funzione di preminenza sui rimanenti Dicasteri pur rimanendo il Congresso di Stato un organo collegiale. Prima della modifica della legge elettorale è sempre esistita, all’interno delle colazioni di governo, una componente che ne determinava per idee, progetti e numeri l’azione e la leadership. Oggi non più. Anche per una serie sfortunata di coincidenze. Il programma del Patto per San Marino, ma anche quello di Riforme e Libertà, sono stati pensati nel 2008, in un momento che sembra oramai storia di un lontanissimo passato: ossia prima delle disavventure in cui siamo caduti. Decisioni politiche e d’indirizzo di governo di fatto prese all’interno del “Patto”, ossia in un organismo extraparlamentare. Contrasti all’interno degli stessi raggruppamenti politici o dei singoli partiti ove la coerenza non la fa da padrone. Ma neppure la possibilità, di dare un contributo costruttivo in termini di modifiche alla rotta tracciata. Un esecutivo che francamente appare scoordinato nel realizzare quello che sembra un programma di governo e un’agenda ancora da dettare. Tutto questo testimonia una mancanza di leadership, che non evidenzia la necessità del “comandante in capo”, ma solo di avere una linea politica con conseguente azione ben definita. E’ oggi finita la fase della rincorsa alle emergenze, ma serve chiarezza nella comunicazione al Paese e alla cittadinanza, sulle linee d’azione che si è dato l’esecutivo. Quale politica fiscale, di bilancio, di stato sociale, bancaria e finanziaria e quale politica estera? E’ evidente che serve una leadership più forte nell’esecutivo, sorretta e controllata dal Consiglio Grande e Generale, direttamente o indirettamente per il tramite delle Commissioni. Diversamente continueremo a restare nel nostro bus, senza conducente e senza saper dove stiamo andando.

 

Alberto Rino Chezzi

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