Home FixingFixing Diario della crisi dell’11 febbraio 2011

Diario della crisi dell’11 febbraio 2011

da Redazione

In Cina sono assetati.

di Saverio Mercadante

 

Ah, il fascino dell’oriente. Ti prende e non ti lascia più. In Cina sono assetati. Alcune regioni saranno travolte dalla peggiore siccità degli ultimi duecento anni. Pechino è il maggiore produttore di grano al mondo, grazie a un ciclo industriale che per decenni ha retto da solo, autoalimentato per ragioni di sicurezza nazionale. A causa dei problemi atmosferici, il grano ha raggiunto il prezzo record di oltre 7 dollari per bushel. Se la Cina dovesse vedersi costretta a importare grandi quantità di cibo in risposta alla siccità, ciò potrebbe spingere i prezzi ancora più in alto dopo i record toccati negli ultimi giorni. Per l’industria del grano non c’è pace. Prima gli incendi in Russia, poi le forti piogge in Brasile e le peggiori condizioni climatiche di sempre in Australia, dove si è abbattuto con violenza il ciclone Yasi. Ma la Cina anche se con la gola arsa continua a marciare in tutto il pianeta. Compresa l’Italia. Dove è arrivata da un paio di settimane in gran spolvero la Industrial and Commercial Bank of China (Icbc): ha aperto una nuova filiale a Milano, colosso cinese Icbc, la banca con la maggiore capitalizzazione al mondo. Il colosso cinese Icbc, è la banca con la maggiore capitalizzazione al mondo, grande quanto il Pil italiano. A Tokio tornano a vederla nerissima. Si aggira lo spettro di una forte crisi nel Sol Levante. Il Paese è indebitato per il 200% circa del Pil. E non solo, torna anche lo spettro dei bad loans nel sistema finanziario. Questa volta, a ricordare al mondo le condizioni decisamente precarie in cui si trovano i conti pubblici del Giappone, sono stati sia il Fondo Monetario Internazionale che Moody’s. In particolare Tom Byrne, vice direttore senior dell’agenzia di rating, ha riferito a Reuters che il Giappone deve adottare misure fiscali ad hoc per risolvere l’annoso problema dei suoi conti pubblici, precisando che un eventuale fallimento nell’avviare una riforma fiscale avrebbe un impatto negativo sul rating del paese.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento