Home NotizieItalia Villa Arcore, scontri: oggi il processo ai manifestanti

Villa Arcore, scontri: oggi il processo ai manifestanti

da Redazione

Saranno processati stamane per direttissima i due manifestanti fermati ieri durante la protesta del Popolo Viola ad Arcore. I due sono accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Entrambi, hanno precedenti di polizia. Uno di loro proviene da ambienti anarchici.

Saranno processati stamane per direttissima i due manifestanti fermati ieri durante la protesta del Popolo Viola ad Arcore. I due sono accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Entrambi, hanno precedenti di polizia. Uno di loro proviene da ambienti anarchici. Il bilancio degli scontri, causati da una piccola minoranza, è di sei feriti tra poliziotti e carabinieri. Un funzionario di polizia è ricoverato in ospedale con una profonda ferita alla testa, colpito da una bottiglia lanciata da un gruppo di giovani, non facenti parte della manifestazione del Popolo Viola.

 

La cronaca

 

La ragazza prende la rincorsa. È furibonda e sconvolta. La terza carica delle forze dell’ordine, la più decisa, è appena terminata. Nell’aria c’è ancora una elettricità malata, di quelle che si propagano tra le persone quando scatta la violenza. Lei si getta nello spazio dove fino a pochi istanti prima c’erano manganellate e bottiglie di vetro lanciate contro gli scudi trasparenti e, quasi a colmarlo, urla: “Berlusconi, crepa!”. Forse è tutto in quell’urlo istintuale, in quella scarica di adrenalina fatta rabbia, il senso degli scontri avvenuti ieri ad Arcore, a pochi passi dalla villa dove il presidente del Consiglio ha intrattenuto capi di Stato e prostitute con la stessa proverbiale disinvoltura. In quel cortocircuito che identifica Silvio Berlusconi e i giovani in tenuta antisommossa, le sue colpe e le loro, sembrano nascondersi tutti gli altri. Quello che muove la mano del ragazzo che strappa lo specchietto retrovisore da una Clio grigia e lo lancia sui celerini. Quello che fa ritenere normali, consuete, le manganellate che hanno aperto un buco nel braccio di un giovane in tenuta mimetica e rasta. Quello che tiene duecento persone a pochi millimetri dallo sbarramento che le separa dalla propria nemesi. Per ore. Unendole quando non accade nulla. Spingendole quando sale il grido di battaglia. Moltiplicandone il coraggio o, se si vuole, l’incoscienza. È il volto scuro del Giano bifronte andato in scena poco prima. Perché se le danze, i canti, le speranze sono appese a un filo viola intessuto d’insulti, non si riesce a stupire della violenza. Non che ci sia un legame diretto tra la manifestazione, pacifica, a tratti perfino gioiosa e divertita del Popolo viola e la furia insensata di chi siede nel mezzo di un incrocio per impedire il passaggio delle vetture di ignari concittadini, aggredendoli, minacciandoli se dovessero scattare delle fotografie. Non c’è nessun rapporto di causa ed effetto tra lo striscione che dice a Berlusconi “se non vuoi dimetterti, sparati” e la bottiglia di vetro scagliata a tutta forza contro un’auto che chiede solamente di seguire la propria strada.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento