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Una camera iperbarica per tutta la comunità 

da Redazione

Domus Medica: 8 postazioni, per 90 minuti di seduta il prezzo è di 120 euro.

di Alessandro Carli

 

“Oggi è una giornata bellissima: dopo due anni di duro lavoro, inauguriamo finalmente, all’interno della Domus Medica, la camera iperbarica”. Con queste parole, unite a un briciolo di emozione e un po’ di motivato orgoglio, Roberto Valducci, amministratore delegato della casa di cura sammarinese, ha presentato – sabato 22 gennaio – il nuovo strumento di lavoro. “Nel raggio di 70-80 km, non esiste una camera simile: chi aveva bisogno, sino a ieri, era costretto ad andare sino a Ravenna”.

 

Gli interventi dei relatori

 

Dopo la benedizione di Don Giuseppe Innocentini e la lettura della lettera augurale del Vescovo, Valducci ha tagliato il nastro, alla presenza del Coordinatore della Segreteria di Stato alla Sanità, Gabriele Raschi, del dottor Marini, ambasciatore d’Italia a San Marino e di tanti medici illustri. Nelle parole del Coordinatore Raschi il plauso per l’importante traguardo raggiunto. Dopo aver sottolineato l’importanza della formazione (“è importante formare il personale per il buon funzionamento della camera”), il Coordinatore ha spiegato che “il bacino di utenza comprende, oltre al territorio della Repubblica, le province limitrofe del confinante Stato italiano: Rimini, Forlì Cesena e Pesaro Urbino fra tutte”. Molto apprezzata anche la precisa analisi di Stefano Zanasi, ortopedico di fama mondiale: l’ossigenoterapia iperbarica nel post intervento, il seguitissimo tema del suo intervento. A seguire Massimo Malpieri, direttore del “Centro di Medicina Subacquea ed Iperbarica Domus Medica”, ha ampliato la presentazione dell’ossigenoterapia iperbarica (O.T.I.) nei suoi molteplici rami d’azione: l’O.T.I. è terapia insostituibile in alcune malattie, come la gangrena gassosa, l’intossicazione da monossido di carbonio, l’embolia gassosa, la patologia da decompressione, le intossicazioni da funghi (Amanita falloides) e numerose altre. Diventa, poi, terapia di “supporto fondamentale in altre numerosissime patologie” e trova infine applicazione vantaggiosa in altrettante forme cliniche; in particolare è sempre più frequente il ricorso alla ossigenoterapia iperbarica come terapia per trattare le lesioni sportive, riducendo notevolmente i tempi di recupero. La camera iperbarica della Domus Medica dispone di 8 postazioni; per 90 minuti di seduta il prezzo è di 120 euro. Applauditissimo il discorso introduttivo dello scrittore Valerio Massimo Manfredi, che ha incantato la platea con un excursus di medicina storica che, partendo dal lontano Egitto, ci ha portato fino ai giorni nostri contestualizzando figure antiche ma sempre attuali. “Sappiamo che gli Egizi curavano la cataratta con aghi e con porzioni medicinali. La medicina tolemaica veniva studiata ad Alessandria, il primo centro di ricerca pura. Scienziati da tutto il mondo si recavano lì e venivano pagati: la biblioteca di Alessandria conteneva oltre un milione di libri di ogni genere: dalla geometria alla meccanica, dall’idraulica all’astrologia, sino alla medicina. Ma la medicina è soprattutto greca, specie dopo un certo periodo storico. I Greci sono partiti dalla filosofia, che significa ‘sapere’ ed è onnicomprensiva”. Greco era Ippocrate (e ancora oggi il ‘giuramento di Ippocrate’ viene letto da medici, odontoiatri e veterinari prima di iniziare la professione), il padre della medicina. E la medicina era molto importante in Grecia. “La chirurgia, in passato, aveva raggiunto livelli molto alti. Sin dai tempi più remoti, dopo le battaglie morivano esattamente le stesse persone che perivano in guerra. I medici avevano il loro da fare: non c’erano camere sterili o disinfettanti. Nella stessa Iliade, vi sono molte scene di medici che curano le ferite”. E appartiene a Ippocrate, come ha sottolineato Manfredi, “la scoperta dei due sistemi di circolazione del sangue: quello venoso e quello arterioso”. Molte parole legate alla medicina moderna provengono dal greco: sono di Ippocrate sia ‘diagnosi’ che ‘prognosi’, per fare un esempio. “Nella Roma imperiale era praticata la plastica ricostruttiva, specie per ‘togliere’ i marchi dalla fronte degli schiavi che avevano riscattato la propria libertà. A volte proprio attraverso la professione medica”. Immancabile un riferimento alla Domus del chirurgo di Rimini. “Era un ambulatorio all’avanguardia. E’ stato ritrovato un set di ferri chirurgici evoluti: bisturi, divaricatori, pinze emostatiche, eccetera”.

 

Ossigenoterapia iperbarica

 

L’ossigenoterapia iperbarica è una metodologia basata sulla somministrazione di ossigeno puro a pressione superiore a quella atmosferica. Ciò consente al sangue di trasportare una maggior quantità di ossigeno e di portarlo agli organi ed ai tessuti del corpo, in modo da facilitare, ad esempio, una più veloce rigenerazione di ferite particolarmente infette. L’aumento di pressione all’interno della camera iperbarica si ottiene immettendovi aria compressa. La fase di compressione (o di “discesa”) avviene a velocità non superiore ai 3 metri al minuto, per permettere semplici manovre di compensazione. Raggiunta la “quota” prestabilita (dai 12 ai 18 metri, a seconda della patologia da trattare), i pazienti indossano la mascherina oronasale e cominciano a respirare ossigeno puro erogato ad una pressione corrispondente a quella della camera. Salvo che per alcuni casi particolari, i pazienti respirano ossigeno per periodi di 20 o 25 minuti, intervallati da un periodo di 3 o 5 minuti di aria. La fase di decompressione avviene ad una velocità tra 0,7 e 1 metro al minuto circa, ed i pazienti continuano a respirare ossigeno fino alla “quota” di 6 metri. La terapia iperbarica viene praticata in diversi casi ed è utilizzata, per fare solo qualche esempio, per il trattamento del “piede diabetico”, delle ulcere torpide di natura traumatica, circolatoria o infettiva, delle osteomieliti (infezioni ossee) acute e croniche, delle infezioni da protesi, delle retiniti, delle necrosi di tessuti in seguito a radioterapie.

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