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Berlusconi vs Bersani: Troppo tardi? Sarete puniti con il voto

da Redazione

La mano tesa di Berlusconi all’opposizione ha ricevuto una secca risposta da Pier Luigi Bersani. Arriva troppo tardi, ha replicato il leader del Pd. La replica del Premier: Sarete puniti dal voto. Voto che sarà inevitabile con un eventuale scivolone, giovedì, sul federalismo.

La mano tesa di Berlusconi all’opposizione (tardiva, poco convinta?) ha ricevuto una secca risposta da Pier Luigi Bersani. Arriva troppo tardi, ha replicato nel pomeriggio di ieri il leader del Pd. Inevitabile la replica del Premier: Sarete puniti dal voto. Voto che sarà inevitabile con un eventuale scivolone, giovedì, sul federalismo.

La mano tesa di Berlusconi all’opposizione (tardiva, poco convinta?) ha ricevuto una secca risposta da Pier Luigi Bersani. Arriva troppo tardi, ha replicato nel pomeriggio di ieri il leader del Pd, che ha cercato di aggiungere un po’ di pepe: “Noi siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità ma lui deve fare un passo indietro e togliere dall’imbarazzo se stesso e il Paese”. Una risposta che nel gioco delle parti ci sta tutta, ma che non poteva non dare per scontato un mezzo vaffa da parte del Premier, che avrebbe detto – così riporta ad esempio Libero – con una replica piccata, “Sono politicanti sabotatori e insolenti verranno puniti dal voto”.
Una cosa è certa: al di là della voglia dell’opposizione di sbarazzarsi del nemico di sempre, con l’ausilio di ogni qualsiasi Ruby possibile, della magistratura militante milanese e, perché no, rispondendo con il classico niet alla proposta di armistizio, nessuna proposta di collaborazione bipartisan per risollevare l’economia italiana può essere considerata in ritardo. E l’irresponsabilità con cui è stata gestita, su entrambi i fronti, l’agenda politica degli ultimi mesi richiederebbe uno sforzo comune per una causa più alta.

Intanto lo stesso Berlusconi parla (finalmente) proprio di economia: “Entro la fine del mese di febbraio il governo riunirà gli Stati Generali dell’Economia e presenterà il suo rapporto per la crescita, con l’obiettivo di raggiungere entro cinque anni livelli di incremento del Prodotto interno lordo del 3-4%”. Ma la vera battaglia, quella decisiva, si giocherà sul fronte del federalismo: giovedì è il giorno decisivo. Una caporetto sul voto tanto atteso dalla Lega significherebbe la morte cerebrale per questo governo. E lo staccare la spina per indire nuove elezioni l’unica soluzione praticabile.

 

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