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San Marino bocciato dall’Ocse Ecco i motivi della bocciatura

da Redazione

La politica – l’esecutivo – può raccontare la realtà mettendo in evidenza alcuni aspetti piuttosto che altri, ma alla notizia non ci si può girare troppo attorno. Il rapporto Ocse ha bocciato San Marino. I motivi della bocciatura e il rapporto completo dell’Ocse.

SAN MARINO – La politica – l’esecutivo – può raccontare la realtà mettendo in evidenza alcuni aspetti piuttosto che altri, ma alla notizia non ci si può girare troppo attorno.

Il rapporto Ocse ha bocciato San Marino.

È scritto nero su bianco sul rapporto riguardante il Titano del processo ‘peer review’ di fase 1 nell’ambito del Global Forum sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali: il rapporto infatti ha espresso una valutazione negativa in cui rimarca le “numerose lacune dell’ordinamento” sammarinese che sono “di gravità tale da non consentire scambio di informazioni a fini fiscali in linea con gli standard Ocse”.
Una mazzata tremenda per il Monte, che deve far riflettere sull’origine di tutti i guai: il problema vero, unico, non era forse il Ministro Giulio Tremonti che continua ad opporsi a qualsiasi accordo o scambio col Titano?
A sentire i membri di Governo la realtà sarebbe diversa. “San Marino è stato giudicato in linea per cinque parametri su nove”, ha sottolineato l’esecutivo in una nota. Peccato che non si tratti di un verdetto a maggioranza, e che nell’analoga situazione, in tutto il globo terracqueo, ci sono solo tre giurisdizioni, ovvero quelle di Barbados, Seychelles, e Trinidad & Tobago. Luoghi in cui, a differenza del Titano di questi giorni, almeno non nevica bensì brilla un sole equatoriale. Secondo il Segretario di Stato agli Esteri, Antonella Mularoni, questo è solo un rapporto intermedio, e presto San Marino sarà l’unico Paese a essere preso in riesame (siamo sinceramente rammaricati di questo per Trinidad & Tobago, Seychelles e Barbados). Il Segretario alle Finanze, Pasquale Valentini – sul cui capo grava anche un’altra grana interna altrettanto grossa, la protesta montante per la cosiddetta supertassa sui frontalieri – ha comunque confessato alla stampa, in conferenza, che questa è una situazione che non soddisfa il Governo. Meno male. Ed ha aggiunto però che i problemi con l’Ocse sono a loro volta riconducibili ai problemi con l’Italia. Sempre colpa di Tremonti, insomma. “La strada per noi è in salita perché l’Italia è membro dell’organismo che stila i giudizi Ocse”, ha spiegato Valentini.

I MOTIVI DELLA BOCCIATURA
In realtà, a guardare il testo dell’Executive Summary 1 dell’Ocse, nel parametro che viene indicato come “I meccanismi per lo scambio di informazioni dovrebbero permettere uno scambio efficace di informazioni. (Termini di Riferimento C.1)”, uno dei nove complessivi, una delle quattro “bocciature” per il Titano, si specifica non solo che “La convenzione fiscale tra San Marino e Italia, firmata 8 anni fa, non è ancora in vigore”, quale elemento insufficiente per raggiungere una trasparenza sufficiente. Ma anche che delle 29 convenzioni contro le doppie imposizioni firmate tre non sono allineate agli standard internazionali (non è dato sapere quali), e, soprattutto, che “Gli accordi di San Marino che prevedono lo scambio internazionale di informazioni non sono stati attuati attraverso la legislazione interna, poiché vi sono importanti limitazioni ai poteri delle autorità di acquisire le informazioni necessarie ai fini dello scambio internazionale di informazioni”. Insomma, ci sarà anche lo zampino dell’emissario all’Ocse del Ministro italiano all’Economia (ma quanto potere occulto ha Kaiser Tremonti!) però è sinceramente difficile pensare che sia tutta colpa italiana se l’Ocse ritiene che a San Marino vi siano importanti limitazioni ai poteri delle autorità di acquisire le informazioni necessarie agli standard internazionali richiesti.
Senza contare che questo è solo una delle quattro bocciature.
San Marino infatti non ha superato l’esame anche per quanto riguarda l’imposizione dell’Ocse che dice che “Le giurisdizioni dovrebbero garantire che le informazioni sulla proprietà e l’identità per tutte le entità e gli istituti pertinenti siano a disposizione delle loro autorità competenti. (Termini di Riferimento A.1)”, con una nutrita serie di osservazioni che potete leggere nella relazione dell’Ocse che abbiamo allegato a fondo pagina. Altra bocciatura è la seguente: “Le giurisdizioni dovrebbero garantire che per tutti i soggetti e istituti giuridici pertinenti siano conservate scritture contabili attendibili (Termini di Riferimento A.2)”.
L’altro elemento che non è stato raggiunto è il seguente: “Le autorità competenti dovrebbero poter acquisire le informazioni oggetto di una richiesta in virtù di un accordo in materia di scambio di informazioni da una persona presente nella propria giurisdizione territoriale che detiene o controlla tali informazioni (a prescindere da qualsiasi obbligo giuridico gravante su tale persona di mantenimento della segretezza delle informazioni), e fornire tali informazioni (Termini di Riferimento B.1)”. Insufficiente, secondo l’Ocse, la libertà d’azione del CLO e dell’Ufficio Tributario, ed è un’altra osservazione estremamente grave e perniciosa per uno Stato che ha deciso di aprirsi agli scambi internazionali d’informazioni.
Insomma, a conti fatti se di passi avanti ne sono stati compiuti diversi, sulla strada della trasparenza e della collaborazione internazionale San Marino è ancora all’incirca alla metà del cammino. E dunque – letto e riletto l’Executive Summary dell’Ocse – imputare tutti i problemi del Titano a Giulio Tremonti è quanto mai ingiusto e ingiustificato.

 

LE REAZIONI DI GOVERNO E OPPOSIZIONE
Così il Governo nella nota di ieri (CLICCA QUI PER LEGGERLA INTEGRALMENTE): “In generale le raccomandazioni formulate dall’Ocse sono già state in gran parte recepite da San Marino. Nel proprio rapporto l’Ocse ha riconosciuto al Paese di aver apportato modifiche importanti nella direzione dell’adeguamento legislativo sulla base dei modelli internazionalmente accettati. In considerazione di ciò, una valutazione supplementare da parte del Peer Review Group (gruppo di revisione fra pari, composto da 35 paesi) è attesa per la tarda primavera”. Una lettura decisamente edulcorata, che non tiene conto della gravità della situazione.
“Fin dal nostro insediamento – prosegue la nota – eravamo consapevoli che la trasparenza era un percorso ineludibile ed una sfida impegnativa; abbiamo lavorato sodo e con tempistiche da record, consapevoli che la strada sarebbe stata lunga ed in salita, tenuto conto anche del ritardo da cui il Paese partiva”. E qui, sull’impegno messo in atto in questi due anni di duro lavoro per voltare una pagina epocale della storia sammarinese, non c’è invece assolutamente nulla da obiettare.
L’opposizione dal canto suo ci è andata giù parecchio duro. Il Psd con una nota molto più ironica di quanto lo consentirebbe la gravità della situazione, tra castelli di sabbia, palette e secchielli decisamente fuori luogo, accusa l’esecutivo di aver accumulato negli ultimi mesi accordi bilaterali su accordi con Paesi con le cui economie il Titano non ha nulla a che spartire, mentre invece resta il nodo più grave, quello del mancato accordo con l’Italia. E oggi – per l’ultima volta lo ribadiamo noi, anche perché il Psd non ci ha pensato – ci si rende conto con più chiarezza che se Tremonti continua a snobbare San Marino non è solo per la sua puzza sotto il naso da ex commercialista che un tempo bazzicava il Monte e oggi può permettersi di snobbarlo, ma anche perché il percorso verso la trasparenza, il Titano l’ha sì iniziato, ma è ancora ben lungi dall’essere completato.
Ma in generale anche l’opposizione, con diverse sfumature, si concentra sul nodo irrisolto degli accordi con l’Italia. Per Ivan Foschi (SU) “Se non si porta a casa l’accordo con l’Italia non si va da nessuna parte. E per portare a caso il risultato occorre serietà, chiarezza e linearità. Mentre il Governo continua a lavorare ai soliti amici”. “C’è molta strada da fare – afferma a sua volta Giuseppe Morganti, Psd – il Governo da due anni si sta arrabattando. E noi siamo fortemente preoccupati: così come stanno le cose la preoccupazione è massima”. Chiudiamo questa rapida carrellata di interviste rilasciate alla Tv di Stato con l’Indipendente Federico Bartoletti: “Raggiungere un accordo con l’Italia era un obbligo anche se non ce la segnalava l’Ocse. Senza se e senza ma dobbiamo impegnarci per centrare questo obiettivo”.


 

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