Home FixingFixing Diario della crisi del 28 gennaio 2011

Diario della crisi del 28 gennaio 2011

da Redazione

Va di moda la permanente.

di Saverio Mercadante

 

Va di moda la permanente. Non dal coiffeur. Ma nel settore delle costruzioni, dove, secondo la Commissione ambiente della Camera insiste (sic!) “il permanere di una tendenza negativa nel settore delle costruzioni che, a differenza di altri settori industriali, non sembra avere ancora toccato il punto minimo della caduta ciclica”. L’Indagine conoscitiva sul mercato immobiliare valuta che ci siano almeno 120mila appartamenti invenduti sul mercato italiano. La situazione è paradossale e allo stesso tempo tragica. Dal calo delle compravendite alla diminuzione dell’erogazione di mutui immobiliari, dal peggioramento della qualità del credito erogato al “preoccupante fenomeno di mancato accesso all’abitazione”, fino all’aggravarsi del fenomeno degli sfratti. Sul piatto, dunque, l’ossimoro immobiliare: case vuote e una enorme difficoltà nella locazione. Poche case e troppo care. Il mercato italiano è troppo sbilanciato verso le case di proprietà: rappresentano in Italia il 72% delle abitazioni. Quindi, serie difficoltà a dare risposta alle richieste della domanda abitativa in locazione. La situazione appare particolarmente difficile, se è vero che la quota di case in affitto in Italia, il 18,8% delle abitazioni totali, è nettamente inferiore rispetto agli altri Paesi europei. Inoltre c’è una “inaccettabile quota di affitti ‘in nero’, che ormai supera le 500 mila abitazioni”, sottolinea la Commissione. Anche Madrid soffre moltissimo il collasso del boom immobiliare, che ha alimentato i timori che le sue banche potrebbero fare una brutta fine. Molte delle cajas, le casse di risparmio, che possiedono 1.300 miliardi di euro in asset, ovvero il 42% degli asset totali delle banche spagnole, si sono servite di pratiche “liberali” di prestito per alimentare un boom immobiliare decennale che è scoppiato di recente, lasciando molti istituti con in mano miliardi di prestiti non redditizi, rischiando di subire perdite ingenti, delle quali non si conoscono con certezza le dimensioni.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento