Dopo la proposta avanzata dal ministro Paolo Romani sul taglio dell’RC auto, abbiamo voluto vedere i prezzi delle assicurazioni per i sammarinesi. Stessa auto, in Italia e a San Marino: la polizza ha un ‘taglio’ del 23%. Alessandro Ronci (Vittoria Assicurazioni di Rimini): “E anche il bollo ha un peso inferiore”.
di Alessandro Carli
La proposta avanzata dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani sui tagli delle tariffe RC auto – una diminuzione del costo medio per cittadino che può arrivare fino al 15-18% – sono quasi bruscolini rispetto a quanto paga un cittadino sammarinese rispetto a un italiano. “Il Governo ritiene inammissibile che il costo medio dell’RC auto sia di 400 euro, contro i 200 del resto d’Europa” ha tuonato il Ministro, forse non avendo sotto mano le tariffe del Titano. Ok, San Marino non è Italia, e forse Paolo Romani non è autorizzato a sapere come gira il motore sulla Rupe. Però. C’è sempre un però: quello dei lettori del nostro settimanale, che viene sfogliato sia in Repubblica che sul territorio tricolore. E San Marino Fixing ha voluto ‘entrare’ dentro un’agenzia – la Vittoria Assicurazioni di Rimini – per capire le differenze tra le polizze italiane e quelle del Monte. Diciamolo subito fuori dai denti: per un sammarinese la scure dell’assicurazione per le automobili e le altre tipologie di mezzi motorizzati è meno tagliente rispetto a quella che scende tutti gli anni – o ogni sei mesi – sulle teste e dentro le tasche degli italiani.
Intrecciamo le agenzie e le autovetture dei due Stati: le agenzie italiane possono assicurare autovetture con targa sammarinese e le agenzie sammarinesi possono assicurare automobili italiane?
“Le agenzie italiane assicurano sia autovetture italiane che sammarinesi – esordisce Alessandro Ronci, consulente della Vittoria Assicurazioni – e le agenzie sammarinesi possono stipulare polizze sia con proprietari e intestatari del territorio che con quelli italiani”.
A parità di autovettura, c’è una differenza di polizze?
“Certamente. Prendiamo ad esempio due proprietari e intestatari della stessa autovettura, uno italiano e uno sammarinese. Quello sammarinese non paga le tasse italiane, e quindi avrà un taglio del 23%. Per semplificare e rendere più chiaro l’importo e il risparmio, prendiamo una polizza standard, 1.000 euro, cifra tonda. L’italiano pagherà la somma intera, ovvero 1.000 euro. Il sammarinese invece 770 euro. Tutte le tipologie di rischio, ovvero tutti i contratti assicurativi, per un proprietario e/o intestatario del Titano, non sono assoggettate alle tasse. I gruppi assicurativi che sono a San Marino sono gli stessi che si trovano in Italia: hanno le succursali sul Titano”.
Insomma: un sammarinese paga di meno?
“Oltre al 23% delle tasse, va aggiunto il bollo, che in Italia pesa più che a San Marino. Annualmente quindi, il risparmio di un proprietario di un’autovettura targata RSM può superare anche i 500 euro, se confrontata alla stessa automobile italiana. Ma ritengo che sia un po’ quello che accade anche per l’apertura di un’azienda, in fondo. La tassazione fiscale a San Marino è più conveniente rispetto a quella italiana: non c’è IRPEF, ICI, INPS, i costi per il mantenimento degli impiegati sono minori. Nomi che si traducono in minor pressione fiscale”.
In caso di sinistro tra due autovetture, una con targa italiana e l’altra sammarinese, cosa succede?
“Fa fede lo Stato in cui è avvenuto il sinistro. Se avviene a San Marino, si applicano le tabelle danni materiali e fisici del territorio, che sono diversi da quelli italiani. La liquidazione di ogni singolo punto di invalidità permanente è nettamente maggiore a San Marino; questo naturalmente come ben si può immaginare, crea numerosi casi di speculazione. In caso di incidente sul territorio italiano, si applicano quindi le tabelle locali”.
Con Alessandro Ronci apriamo poi una piccola, ulteriore parentesi su una notizia di attualità: dal 1 gennaio 2011 per acquisti di oltre tremila euro bisognerà fornire il codice fiscale. Si tratta di un “codicillo”, nascosto tra le pieghe della manovra di luglio, che il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha voluto far conoscere all’opinione pubblica. Un’arma in più, insomma, per la lotta all’evasione fiscale che prosegue e porterà, secondo stime del Fisco, a recuperare 10 miliardi nel 2010.
Oltre al “codicillo”, in Italia sono già in essere alcuni controlli o limitazioni?
“Alle poste, per tutti i pagamenti che superano i 1.000 euro, viene richiesto il codice fiscale – conclude il consulente -. L’RCA, l’assicurazione contro danni a terzi e trasportati, può essere sempre pagata in contanti, essendo una copertura obbligatoria per legge. Le altre tipologie di contratti assicurativi – infortuni, le assicurazioni sulle case – hanno un ‘tetto’ di 750 euro: sopra questo importo si paga con l’assegno o con modalità elettronica per un discorso di tracciabilità”. Per quello che riguarda invece le polizze Vita e le polizze di investimento le uniche modalità di pagamento accettate sono assegno, bonifico, pagamento postale o carta di credito, per evitare presunte attività illecite di riciclaggio di denaro. In attesa di sapere se la proposta lanciata da Romani potrà avere un seguito – i proprietari di autovetture italiane lo sperano con tutto il cuore – facciamo il punto. Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, il presidente dell’ISVAP, Giancarlo Giannini, e dell’ANIA, Fabio Cerchiai, per cercare una soluzione plausibile al caro delle tariffe RC auto. L’obiettivo è una diminuzione del costo medio, che potrebbe spingersi sino a un al 15-18%”. Le parti hanno trovato un accordo: Cerchiai, numero uno dell’Ania, ha spinto per la creazione di un nuovo organo di controllo contro il problema principale delle assicurazioni, ossia le truffe. Ed è proprio per questo che si sta spingendo per istituire l’Agenzia pubblica antifrode, dato che molte assicurazioni lamentano costi dei sinistri troppo elevati. Favorevoli anche le associazioni dei consumatori, che però puntano più il dito sulle tariffe delle assicurazioni, effettuando una scissione dal problema delle frodi, che comunque viene riconosciuto.