Una mazzata per le tasche, un’ingiustizia sociale. In difesa dei lavoratori frontalieri e contro la legge Finanziaria sammarinese che introduce un ulteriore balzello in busta paga, si schiera il CSIR, il Comitato Sindacale Interregionale.
SAN MARINO – Una mazzata per le tasche, un’ingiustizia sociale. E i lavoratori frontalieri che ogni giorno dall’Italia varcano il confine di Stato e vanno a lavorare a San Marino si sentono, come si suol dire, cornuti e mazziati. Da un lato uno Stato, il proprio, quello italiano, che fa finta di niente e continua a tassarli (esclusa quella franchigia di 8 mila euro che ogni anno è sempre più appesa ad un filo) come se già non pagassero le tasse – direttamente in busta paga – sul Titano. Dall’altra San Marino che con la Finanziaria ha introdotto un nuovo prelievo fiscale riservato esclusivamente ai redditi frontalieri.
Così il CSIR, il Comitato Sindacale Interregionale, che raggruppa i sindacati sammarinesi e delle Regioni Emilia-Romagna e Marche, ha analizzato proprio in questi giorni il contenuto del provvedimento, e l’ha bocciato senza mezzi termini: è inaccettabile e discriminatorio.
Ed ha già messo in agenda a fine mese un’assemblea con i lavoratori frontalieri e un incontro con l’Ambasciatore italiano a San Marino.
Secondo il comitato sindacale interregionale (CSIR), dopo un’attenta analisi del nuovo meccanismo d’imposta introdotto dalla Finanziaria 2011, con la mancata esenzione della voce “costo produzione del reddito” produce un taglio mensile nelle buste paga dei frontalieri superiore ai 200 euro.
“E’ una decisione che non solo determina un grave peggioramento delle condizioni economiche dei lavoratori italiani occupati in Repubblica, ma introduce un trattamento fiscale inaccettabile perché legato alla residenza anagrafica del lavoratore”.
“Siamo di fronte – sottolinea il comitato sindacale – a una scelta fortemente discriminatoria, perché introducendo diversi prelievi fiscali non garantisce i principi di equità e di parità di trattamento salariale a chi lavora con lo stesso contratto. E inoltre rischia di produrre elementi di divisione e disgregazione del mercato del lavoro. Una scelta politica intollerabile e con forti dubbi di legittimità sul piano del diritto: di fatto il lavoratore frontaliere viene tassato solo perché non ha diritto di voto a San Marino”.
Le organizzazioni sindacali sammarinesi, emiliano-romagnole e marchigiane sono inoltre preoccupate per i contraccolpi negativi che la supertassa ai frontalieri può provocare sul fronte diplomatico, a partire proprio dalle Regioni Emilia-Romagna e Marche. Il comitato sindacale annuncia così l’intenzione di coinvolgere “le istituzioni territoriali, province e regioni limitrofe a San Marino, per affrontare sia il problema della nuova tassazione, sia i nodi legati all’estensione degli ammortizzatori sociali ai frontalieri in mobilità e il blocco della stabilizzazione”.
E POI C’E’ IL CAPITOLO FRANCHIGIA
Resta aperto anche il capitolo franchigia, ferma a 8mila euro dal 2003 e in scadenza a fine anno. Per il comitato sindacale interregionale “è necessaria una legge ordinaria che delinei in maniera strutturale e definitiva il trattamento fiscale dei redditi frontalieri, prevedendo un aumento dell’attuale soglia di esenzione fiscale”. Anche per questo sono già partire richieste d’incontro con le commissioni parlamentari interessate.