Prima hanno scoperto il credito al consumo. Poi si sono indebitate sempre di più per superare le colonne d’ercole della terza settimana. Le famiglie italiane (e sammarinesi) si arrangiano e arrancano sui debiti.
di Saverio Mercadante
SAN MARINO – Avere le idee chiare sulla realtà per poi sapere dove andare. Una formuletta elementare, ma che a San Marino purtroppo raramente viene applicata. Ce ne accorgiamo tutte le volte che proviamo ad affrontare una problematica, che cerchiamo di sgombrare il campo dagli equivoci o dai luoghi comuni per un’analisi seria e approfondita, cioè la base per affrontare qualsiasi questione vitale per il Paese. Recentemente è capitato con il Bilancio dello Stato e con l’annosa questione delle case sfitte.
Questa volta ci siamo cimentati con un’altra situazione chiave per l’economia del Titano: l’indebitamento privato. Quanti debiti hanno contratto le famiglie sammarinesi? Riescono a farvi fronte? Purtroppo ancora una volta il problema della mancanza di dati seri, ufficiali, definitivi salta agli occhi. In Italia a fine anno è arrivato il report sull’indebitamento privato fornito da Bankitalia. A San Marino invece è lampante, ancora una volta, il vuoto nell’analisi da parte delle istituzioni. Nel caso specifico di Banca Centrale, che dovrebbe avere un analogo studio. Non si tratta neanche di una questione di trattamento di dati sensibili, di privacy, perché ogni riferimento sui mutui e sui prestiti contratti dai cittadini sarebbe trattato in maniera aggregata. L’unica fonte di riferimento diventa allora l’indagine statistica relativa alle famiglie sammarinesi, che dovrebbe essere pubblicata presumibilmente entro la fine del mese di gennaio, ma che resta ciò che è, ovvero un’indagine statistica, basata su un campione di persone che hanno risposto a un questionario.
Ma veniamo ora al nocciolo della questione: l’indebitamento, in Italia e sul Titano.
La formichina italiana è diventata una cicala
Prima hanno scoperto il credito al consumo per avere qualche bella soddisfazione che non potevano concedersi in contanti. Poi si sono indebitate sempre di più per superare le colonne d’ercole della terza settimana. Le famiglie italiane si arrangiano e arrancano sui debiti.
Dall’inizio della crisi economica e finanziaria (intorno al settembre del 2008) sino al settembre del 2010 l’indebitamento medio italiano è cresciuto del 28,7%. La formichina italiana, tentenna, si agita, e si è trasformata per voglia o per forza, in cicala. Come il resto degli europei o, primi su tutti per il desiderio quasi parossistico di indebitarsi, gli americani. Secondo la CGIA di Mestre, a settembre 2010, le famiglie italiane hanno accumulato un indebitamento medio che ha raggiunto i 19.491 euro. Le famiglie più esposte con il credito sono quelle della Provincia di Roma (28.790 euro), seguite dalle famiglie di Milano (28.243 euro), Lodi (27.516 euro). Al quarto posto Prato (26.294 euro), di seguito Como (25.217 euro) e Varese (25.069 euro). In fondo alla classifica, le famiglie meno indebitate si trovano distribuite tra Sardegna e Sicilia. Secondo Giuseppe Bortolussi, Segretario della Cgia di Mestre: “Le province più indebitate sono anche quelle che registrano i livelli di reddito più elevati. E’ chiaro che tra queste famiglie vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, la forte esposizione bancaria di queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti in questi ultimi anni nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente”.
Tutto concentrato a Sud è, invece, il capitolo riguardante la sofferenza nella restituzione del credito ottenuto.
Al 30 settembre 2010, la maggiore incidenza percentuale delle sofferenze spetta alla provincia di Crotone, con il 5,9%, ovvero, a fronte di 100 euro erogati alle famiglie crotonesi, quasi 6 euro non sono stati restituiti agli istituti di credito.
L’indebitamento privato a San Marino
Come accennato all’inizio, purtroppo, gli unici e più recenti dati statistici sull’indebitamento privato provengono dall’Indagine sui consumi e lo stile di vita delle famiglie sammarinesi – 2008. Aspettando dati più freschi (che tuttavia, secondo anticipazioni informali, non si discosteranno troppo da quelli che esaminiamo oggi), dall’analisi sui risparmi è emerso che il numero di famiglie dedite al risparmio è rimasto quasi invariato (52,0% del totale) mentre è moderatamente aumentata la percentuale di reddito risparmiato (pari al 21,3%, +1,2% rispetto al 2007). Aumentano le forme di risparmio più solide come i depositi bancari (50,3%, +2,5% rispetto al 2007) e i titoli di stato (+3,2% rispetto al 2007), restano stabili i pronti contro termine (37,3%) mentre calano le preferenze dei sammarinesi verso le assicurazioni previdenziali (22,0%, -6,6% rispetto al 2007), le azioni (-2,4%) e fondi comuni d’Investimento (-5,2%).
Per quanto riguarda l’indebitamento, il 24,4% (-7,8% rispetto al 2007) delle famiglie ha dichiarato di aver contratto debiti nel 2008 per i seguenti motivi: l’acquisto o la ristrutturazione di immobili (48,3%) e l’acquisto di auto e moto (33,9%). In forte diminuzione risulta la percentuale media di debito rispetto al reddito (41,4%, -7,3% rispetto al 2007).
Rilevante è il fatto che risultano in calo rispetto al 2007 le famiglie che si indebitano per l’acquisto o la ristrutturazione di immobile (-1,3%) o l’acquisto di terreno (-0,5%) mentre aumentano i casi di indebitamento per acquisto di auto o moto (+3,0%), per spese dedicate alla salute (+1,6%) e per l’auto-sostentamento (+6,3%). Il 16,4% delle famiglie che hanno contratto debiti hanno dichiarato che non sono riuscite a far fronte all’indebitamento mentre il 2,7% delle famiglie che hanno dichiarato che con il proprio reddito mensile non riescono a coprire le spese dello stesso periodo temporale. Dai dati ottenuti si evince che la forte instabilità economica globale iniziata nel 2008 ha provocato una reazione di sfiducia da parte delle famiglie sammarinesi, che si è tradotta in un abbassamento dei consumi e un maggior timore verso l’indebitamento.
Meno propensa alla spesa, la maggior parte delle famiglie sammarinesi (48,7%) dichiara si ritrovarsi in una situazione economica stazionaria rispetto al 2007, in aumento (+3,4%) insieme alle famiglie che dichiarano una situazione un po’ migliorata (+2,3%) a discapito di una diminuzione di quei nuclei la cui situazione economica è un po’ peggiorata (-3,6%) e molto peggiorata (-2,3%). Il 72,2% dei capifamiglia si dichiara soddisfatto della propria attività lavorativa.