Home NotizieSan Marino San Marino, l’opposizione: licenziate Sabato Riccio

San Marino, l’opposizione: licenziate Sabato Riccio

da Redazione

Non si placa la polemica sulla vicenda Riccio-Zechini. L’opposizione compatta: accuse troppo grosse, Riccio deve essere cacciato. Governo incaricato di prendere ulteriori provvedimenti. Valeria Ciavatta: saranno gli organi disciplinari competenti a decidere.

SAN MARINO – Non si placa la polemica sulla vicenda Riccio-Zechini. Le forze di opposizione sono schierate sulla barricata, e i toni non sono calati. Al contrario ieri è scaturita una presa di posizione chiara, in difesa del Comandante della Gendarmeria Achille Zechini e che vede la bocciatura senza sconti del Coordinatore delle Forze di Polizia, Sabato Riccio. Anzi, la richiesta ufficiale dell’opposizione è quella di chiedere al Congresso di Stato, cui spetta l’ultima parola sulla vicenda, di “risolvere il contratto” con Riccio, altrimenti verranno chieste non solo le dimissioni del coordinatore interforze, ma anche dei Segretari di Stato coinvolti nella vicenda.

 

Ricordiamo gli ultimi sviluppi: dall’insediamento di Riccio si è scatenata una sorta di guerra di poteri tra lo stesso Riccio e il Comandante Zechini, sfociata in un odg della Commissione Esteri (promosso dall’opposizione con i voti decisivi di parte della maggioranza) che chiedeva un’indagine sul caso. Ora che l’indagine è giunta al termine, il Segretario di Stato agli Interni, Valeria Ciavatta ha deciso di decretarla. O meglio questa settimana, dopo pressioni e insistenze, in Commissione Affari Esteri, a porte chiuse, la relazione è stata consegnata, letta e poi ritirata.
E ieri in una conferenza stampa congiunta le forze di opposizione hanno tuonato: non ci sono più dubbi sulle “minacce particolarmente pesanti” di Riccio verso Zechini e verso il comandante dell’Interpol Maurizio Faraone. Minacce che hanno impressionato i commissari di maggioranza tanto quanto di opposizione, ha raccontato Fiorenzo Stolfi (Psd) ai media, tanto da scatenare silenzio e sbigottimento al termine della poco edificante lettura dell’esito dell’inchiesta. L’opposizione ha così dato la propria disponibilità “a un ordine del giorno che non esponesse le istituzioni coinvolte ai riflettori dei media, in cambio della garanzia del licenziamento di Riccio”, ma dall’esecutivo, e da parte di qualche esponente di Ap, hanno raccontato ancora gli esponenti di opposizione, “sono arrivate interferenze”. Così alla fine la maggioranza è giunta a “convergere sull’insostenibilità della posizione di Riccio, ma ha dato mandato al Governo per atti ulteriori”.
Fatto sta che “la presenza di Riccio è incompatibile con il suo incarico”, ha ribadito ancora Stolfi.
E il Comandante Zechini? Il Segretario di Stato Ciavatta aveva già annunciato che per entrambi i responsabili coinvolti il risultato era lo stesso, una lettera di biasimo, mentre l’opposizione lo difende a spada tratta e ribadisce il concetto: “Risolvere il contratto con Riccio è la priorità assoluta”.
Ieri pomeriggio intanto il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Valeria Ciavatta, ha dato la sua versione dei fatti in merito agli esiti della Commissione Affari Esteri “Un confronto sereno – ritiene il Segretario Ciavatta – nel corso del quale anche la Commissione ha ritenuto, come già deciso dall’Esecutivo, di non divulgare il testo della relazione della Commissione di indagine per le espressioni riferite al diverbio avvenuto tra i due. La Commissione Affari Esteri ha votato a maggioranza un Ordine del Giorno che incarica il Congresso di Stato di mandare gli atti ai rispettivi Organismi di Disciplina. Il Congresso di Stato, ha precisato il Segretario Ciavatta, aveva già preso le decisioni di sua competenza, esprimendo biasimo ad entrambi, anche tenendo conto di ulteriori elementi di valutazione, con l’annuncio di provvedimenti se i fatti si fossero ripetuti e segnalando la diversa gravità dei comportamenti emersi dall’indagine. Ora saranno gli organi disciplinari competenti a decidere se siano applicabili eventuali sanzioni, conclude il Segretario Ciavatta, al di la di qualunque strumentalizzazione politica”.

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