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Sciopero generale tensione a Palazzo Pubblico. Le immagini

da Redazione

San Marino, gravi momenti di tensione durante lo sciopero generale di questa mattina. Con lancio di uova, palle di neve e palle colorate che hanno imbrattato Palazzo Pubblico e un’irruzione nella sede del Consiglio. TUTTE LE IMMAGINI.

San Marino, sciopero generale: tutte le immagini dei momenti di tensione.

SAN MARINO – Lo sciopero generale? Un diritto, un momento importante di confronto. Se non sfocia in violenza. Se non diventa un momento di tensione sociale. Invece è proprio questo che è diventato lo sciopero generale proclamato da Csdl, Cdls e Usl, con episodi estremamente gravi, che San Marino Fixing illustra con tre diverse fotogallery. Dagli slogan si è presto passati ai fatti, con lancio di uova, palle colorate e palle di neve con cui è stato imbrattato Palazzo Pubblico, per antonomasia simbolo di democrazia e libertà di cui la Repubblica di San Marino si vanta da 1.700 anni. Quindi una vera e propria irruzione a Palazzo, con 30-40 manifestanti (compreso un bambino…) che hanno sfondato il cordone – sin troppo fragile per la verità – delle Guardie di Rocca  e si sono riversati nell’atrio di Palazzo Pubblico, dove era in corso la riunione del Consiglio Grande e Generale. Quindi i facinorosi come un fiume in piena hanno tentato di salire la scala che porta all’Aula del Consiglio, venendo questa volta arginati dalle forze dell’ordine. Un minimo di calma è stata raggiunta quando Francesca Michelotti, consigliere di Sinistra Unita, è scesa per parlare con gli scioperanti, ma anche dopo che il Palazzo è stato sgomberato il clima è rimasto parecchio teso in piazza.

Non è escluso che le forze dell’ordine possano utilizzare video e filmati dell’irruzione per prendere provvedimenti nei confronti dei più facinorosi. Di sicuro è grave la responsabilità di chi ha lasciato che lo sciopero generale (che tra palloncini cori e striscioni ironici poteva rimanere una vera festa democratica, sia pure nella situazione di difficoltà che l’ha generato) sfociasse in tensione sociale. E la preoccupazione è ancora più grave se si pensa che a fine anno scadono praticamente tutti i contratti, e che segnali di ripresa per l’economia all’orizzonte non se ne vedono.

 

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